dal 19/10/2020 al 25/10/2020

Cos’è successo in Giappone questa settimana? Ecco alcune news!

notizie raccolte dal 19/10/2020 al 25/10/2020

 

GIAPPONE E VIETNAM, CONFERENZA AL VERTICE

Il 19 ottobre, il Primo Ministro Suga ha fatto la conferenza al vertice con il Primo Ministro Phúc in Vietnam in cui hanno confermato che lavoreranno insieme per rendere libere e sicure le zone dell’Oceano Indiano e del Pacifico. Sebbene la situazione difficile per il Covid-19 continui, hanno confermato che il Giappone e il Vietnam promuoveranno la collaborazione economica. Il Vietnam non smetterà di esportare mascherine e altri oggetti mentre il Giappone continuerà ad esportare mandarini e aumenterà gli investimenti. Chi soggiornerà per un breve tempo per viaggio d’affari potrà andare avanti e dietro liberamente. Hanno deciso anche di aiutare studenti stranieri e tirocinanti che hanno problemi a vivere in Giappone. Il Primo Ministro Suga ha detto : “il Vietnam è un partner importante. Il Giappone continuerà a cooperare per la pace e lo sviluppo delle zone dell’Oceano Indiano e del Pacifico.”

 

LE GRU SONO ARRIVATE A IZUMI

Nella pianura di Izumi, prefettura di Kagoshima, le gru arrivano dalla Siberia per svernare. Fino all’anno scorso, erano arrivate più di 10.000 gru ogni inverno per 23 anni consecutivi. Le gru che arrivano nella pianura di Izumi sono state designate animali speciali da proteggere. Il 17 ottobre, una gru chiamata Manazuru è stata ritrovata dai ricercatori che se ne prendevano cura. Una persona che è venuta a vedere le gru ha detto : ”Non vedevo l’ora. Sono contento che arriveranno le gru l’una dopo l’altra.” L’arrivo delle gru si conclude a dicembre per poi tornare in Siberia dalla fine di gennaio prossimo. La città di Izumi vuole che la pianura sia inserita nella Convenzione di Ramsar, che promette di proteggere gli acquitrini e le paludi più importanti del mondo. 

 

RECORD DI SUCCESSO DEL FILM “KIMETSU NO YAIBA (DEMON SLAYER)”, OLTRE 4,6 MILIARDI DI YEN IN 3 GIORNI DI USCITA AL BOTTEGHINO

Il 16 ottobre è uscito il film d’animazione del famoso manga “Kimetsu no Yaiba (Demon Slayer)”. Il titolo del film è “Gekijō-ban “Kimetsu no Yaiba” Mugen ressha-hen” (versione teatrale “Demon Slayer” il treno infinito). Racconta la storia di un ragazzo che combatte contro i demoni dopo che la famiglia è stata uccisa da uno di loro. Il film è seguito all’anime trasmesso in TV l’anno scorso. Secondo una società  cinematografica, 3,42 milioni di persone hanno guardato il film tra il 16 e il 18 ottobre, con un incasso di circa 4.623.110.000 yen, il più alto mai visto. Alcuni multisala di Shinjuku, Tokyo, stavano proiettando questo film contemporaneamente in più sale e quasi tutti i biglietti erano esauriti.

 

LAGO CHUZENJI NELLA PREFETTURA DI TOCHIGI, IL MOMENTO MIGLIORE PER VEDERE LE FOGLIE ROSSE D’AUTUNNO

La stagione delle foglie autunnali è iniziata intorno al lago Chuzenji nella città di Nikko, nella prefettura di Tochigi, che si trova in montagna ad un’altezza di circa 1200 metri. Intorno al lago soleggiato, le foglie sono di un rosso e giallo accesso per via della forte escursione termica tra giorno e notte, e il loro colore risulta più brillante alla luce del sole mattino. L’effetto spettacolare è dato dagli aceri che si riflettono nel lago. Una persona che lavora in un battello turistico ha detto : “è diventato improvvisamente freddo quest’anno, quindi le foglie rosse sono molto belle. Penso che ci si possa godere le foglie autunnali fino all’inizio di novembre.”.

 

 

Fonti:

 

GIAPPONE E VIETNAM, CONFERENZA AL VERTICE

 

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201019/k10012670281000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012670281000/k10012670281000.html

 

LE GRU SONO ARRIVATE A IZUMI

 

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201018/k10012668881000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012668881000/k10012668881000.html

 

RECORD DI SUCCESSO DEL FILM “KIMETSU NO YAIBA (DEMON SLAYER)”, OLTRE 4,6 MILIARDI DI YEN IN 3 GIORNI DI USCITA AL BOTTEGHINO

 

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201020/k10012672141000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012672141000/k10012672141000.html

 

LAGO CHUZENJI NELLA PREFETTURA DI TOCHIGI, IL MOMENTO MIGLIORE PER VEDERE LE FOGLIE ROSSE D’AUTUNNO

 

https://www3.nhk.or.jp/news/html/20201020/k10012672301000.html

https://www3.nhk.or.jp/news/easy/k10012672301000/k10012672301000.html

 


Tanka - Strette nella roccia

Strette nella roccia 

ho chiuso le parole –

Quanto trattiene 

in petto questo cuore 

non lo saprà nessuno.

 

Ōiwa no

modaseru kotoba

waga mune no

hisomeru kokoro 

hito ni shirayu na 

 

-Ishikawa Takuboku


"Aki no aware": la compenetrazione emotiva nell’autunno di Dolls e Little Forest

Siamo agli albori dell’XI secolo, quando la dama di corte Murasaki Shikibu compone ciò che i critici letterari contemplano come primo esempio di romanzo psicologico, nonché cardine della letteratura giapponese: ci riferiamo senza dubbio al Genji monogatari. Uno dei maggiori contributi dell’opera, che ruota intorno alle vicende amorose del “Principe Splendente”, è quello di aver riportato in auge un concetto basilare dell’estetica giapponese, il mono no aware.

Nel Genji monogatari, infatti, questo termine raggiunge la massima espressione, acquisendo una rinnovata definizione. Più che concetto estetico volto a sottolineare una bellezza che desta un coinvolgimento personale alla vista, il mono no aware assume un carattere di melancolia derivante dalla consapevolezza che ciò che si osserva sarà destinato a sfiorire.

La “sensibilità (aware 哀れ) delle cose (mono 物)” delinea così una percezione che accomuna ciascun soggetto nella partecipazione emotiva alla trasformazione degli elementi naturali nel tempo. Alla base della cultura estetica, della poesia e della letteratura giapponese, questo concetto ha fortemente influenzato anche gran parte delle opere cinematografiche moderne e contemporanee.

Registi del calibro di Mizoguchi Kenji e Ozu Yasujirō, in film come Tarda primavera (Banshun, 1949) e Tardo autunno (Akibiyori, 1960), hanno tentato di suscitare l’empatia dello spettatore nei confronti dei personaggi attraverso una poetica incentrata sull’ordinarietà della vita quotidiana e l’inevitabile susseguirsi delle stagioni. E di certo, a rivelare maggiormente la sensazione di caducità, disillusione e isolamento dell’essere umano nel suo rapporto complesso con la natura è, tra tutte le stagioni, l’autunno (aki 秋).

Il capolavoro Dolls (2002), diretto da “Beat Takeshi” Kitano, ne è una chiara testimonianza. Il film si svolge su un intreccio di tre vicende che indagano il tema dell’amore. Quello rappresentato da Kitano, però, non è l’amore ardente e impulsivo che prelude a un intuibile lieto fine. Al contrario è silenzioso e all’apparenza celato, tuttavia carico di una potenzialità emotiva che sfocia in disperazione, follia e inevitabilmente violenza.

In particolare, la condizione di incomunicabilità che affligge i personaggi (tematica affrontata in modo magistrale da Michelangelo Antonioni nel cinema italiano) è evidente nel primo episodio, il più emblematico. I due “vagabondi legati”, Matsumoto e Sawako, iniziano infatti un lento cammino senza meta, quasi come unica reazione possibile a un legame ormai compromesso. E’ in questo processo di accettazione del destino che il senso di solitudine, il silenzio e la frustrazione prendono il sopravvento sulle personalità dei personaggi, indifferenti alle risa dei passanti e all’incessante scorrere del tempo.

La cura dell’altro e la dipendenza reciproca generano così un progressivo autoannullamento dei due innamorati, fisicamente legati soltanto da una corda rossa durante l’intero cammino. Nessuna possibilità di evasione, ma in fin dei conti nessuna vera intenzione. Qui l’allusione romantica del regista è riconducibile al “filo rosso del destino” (Unmei no akai ito), una leggenda popolare cinese diffusa in Giappone secondo cui ogni persona è legata alla propria anima gemella da un indistruttibile filo rosso.

Il principale riferimento culturale della pellicola, da cui la scelta del titolo, riguarda però le marionette dello spettacolo bunraku. Il film si apre infatti con una scena dell’opera teatrale I Messi dell'Inferno (Meido no hikyaku) di Chikamatsu Monzaemon. E’ proprio il drammaturgo del periodo Edo, ribattezzato lo "Shakespeare del Sol Levante", ad aver rappresentato in alcuni suoi drammi la pratica dello shinjū (心中), letteralmente il “doppio suicidio d’amore”.

La totale assenza di dialogo o di contatto fisico definisce così l’apatica fuga delle “bambole”, che percorrono le quattro stagioni tra giardini in fiore, spiagge deserte, boschi autunnali e interminabili distese di neve. E dove non riescono i personaggi nell’intento di esprimere le proprie emozioni, il compito è lasciato all’impatto visivo della natura e dei suoi colori ricorrenti, primo su tutti il rosso della foglia d’acero che percorre le vicende trasportata dal fiume, creando una perfetta analogia con il sangue sull’asfalto.

Insomma, più mono no aware di così, si muore.

L’imprescindibile legame tra essere umano e natura è tema fondamentale anche in Little Forest di Mori Jun'ichi, una miniserie basata sull’omonimo “slice of life” manga di Igarashi Daisuke. Complessivamente, l’opera è divisa in 2 parti: Summer/Autumn (2014) e Winter/Spring (2015).

Il racconto si svolge nella fittizia e circoscritta comunità di Komori (“piccola foresta”) nella regione del Tōhoku, dove la giovane Ichiko, interpretata dall’incantevole Hashimoto Ai, vive da sola in seguito all’inaspettata partenza della madre. In totale armonia con l’ambiente rurale che la circonda, Ichiko è immersa nelle tradizioni culinarie giapponesi e si dedica con meticoloso impegno a tutte le attività agricole necessarie per il proprio sostentamento. In base alle variazioni climatiche scandite dalla graduale evoluzione delle stagioni, la protagonista ci mostra la ripetitività delle azioni quotidiane nella vita agreste, come la coltivazione del riso, il taglio del legname e infine la preparazione dei piatti.

Anche Little Forest presenta pochissimi dialoghi, perlopiù inerenti agli incontri di Ichiko con gli amici Yūta e Kikko e con gli altri abitanti della comunità. Gran parte del parlato consiste di fatto in monologhi e descrizioni dettagliate delle ricette e dei metodi agricoli, nonché commenti conclusivi sulla riuscita o meno dei piatti. A intervallare i momenti di solitudine sono alcuni flashback, in cui la ragazza ricorda gli insegnamenti di cucina della madre, e gli autoreferenziali “itadakimasu” pronunciati prima delle degustazioni.

Nonostante lo stile pressoché documentaristico del film e la staticità generale della trama, Little Forest offre una miriade di spunti riflessivi. Innanzitutto, l’opera rimanda implicitamente alle differenze di vita tra campagna e città, un leitmotiv del cinema giapponese moderno. Ichiko mostra infatti sentimenti contrastanti riguardo al suo ritorno nel paese natale, una scelta perlopiù forzata, e rivela in varie occasioni le sue incertezze riguardo a una permanenza futura.

Accompagnato da una colonna sonora piuttosto suggestiva e da favolose immagini dei paesaggi circostanti, il film espone così il conflitto interiore della giovane nel suo delicato viaggio introspettivo alla ricerca di un posto nel mondo, nella costante riflessione su una possibile ricongiunzione con la madre.

Decisamente consigliato per gli appassionati di cucina giapponese. Come afferma Ichiko nell’episodio dedicato all’autunno, “nel periodo in cui gli alberi cambiano colore, le castagne candite diventano protagoniste”. Un invito da cogliere al volo, no?

Lorenzo Leva

 

Lorenzo Leva nasce a Fermo nel 1990 ed è laureato in Lingue, Mercati e Culture dell’Asia (Università di Bologna). Ha approfondito le sue conoscenze riguardanti l'economia, la cultura e la società giapponese durante un periodo di sei mesi presso la Université Paris Diderot-Paris VII di Parigi, con un Master in Asian Studies presso l'Università di Lund e un'esperienza di fieldwork presso la Waseda University a Tokyo.
Coltiva da anni una forte passione per il cinema orientale e giapponese in particolare, di cui ha analizzato l’evoluzione e le caratteristiche.

Contatti:
lorenzo.leva@gmail.com