CHALLENGE FOTOGRAFICA "L'Estate giapponese"

Il 2021 sarà l'anno in cui l'impegno di Giappone in Italia volgerà soprattutto verso una nuova idea di community! I nostri soci, che ogni anno gentilmente ci forniscono il loro supporto tesserandosi e partecipando alle nostre attività (anche virtuali!), saranno sempre più coinvolti nella costruzione e nell'arricchimento dei contenuti dell'Associazione, con articoli, immagini, esperienze.

La challenge dedicata alla Primavera ha riscosso un successo inaspettato! Gli scatti che ci avete inviato (potete vedere qui quelli selezionati dalla nostra redazione) raccontano in modi originali e ricchi di fascino una vostra particolare Primavera. Proseguiamo con la successiva delle challenge 2021, "L'Estate giapponese"

Una volta selezionate dalla redazione, in questa pagina saranno pubblicate le foto che andranno a far parte delle nostre pagine social!

Scaricate qui il bando di partecipazione.


La fotografia erotica giapponese

di Giuseppe De Francesco

L’erotismo in Giappone, in  tutte le sue più svariate manifestazioni, è un elemento che fluttua all’interno di una cultura che da millenni valorizza la nozione di caducità.

L'identità degli esseri è transitoria, il piacere è fugace, la logica è sfocata, il reale è virtuale e la bellezza è mortale per definizione. Quanto al sesso, inevitabilmente assume contorni protéiformi, polimorfi e perversi. È impregnato di questa tradizione che dona ad ogni cosa un anima: uomo, donna, farfalla, pietra o fiore, tutto in questo mondo giapponese (buddista e shintoista) partecipa in una tendenza universale a fare l'amore in tutti modi possibili. A differenza del mondo occidentale, qui l’attività sessuale si svolge più con lo spirito degli elementi in causa che attraverso gli organi genitali. In questo paese che non conosce il sistema binario, che non oppone l'uomo alla donna, né il male al bene non sembra esserci alcuna barriera alle immaginazioni erotiche. In questo contesto le arti figurative - più nello specifico la fotografia - ci portano delle visioni di un erotismo assolutamente diverso ed apparentemente incomprensibile quando accostato al nostro.

Possiamo trovare una testimonianza particolarmente feconda ed emblematica attraversando l’opera di Nobuyoshi Araki, uno dei più controversi e più rappresentativi artisti della contemporaneità. Per Araki la fotografia è uno strumento di ricerca iconica attraverso il quale costruire dei quadri esteticamente raffinati e sublimi, che sprigionano un cupo erotismo. Benché egli sovente rappresenti in maniera esplicita il sesso dei suoi soggetti, fatto decisamente raro in un Paese come il Giappone dove la censura di questo tipo di immagini è onnipresente fin dal periodo Edo, la carica erotica delle opere viene piuttosto trasmessa dalla tensione interiore delle figure fotografate e dai sottilissimi rapporti che l’artista costruisce tra di esse. Il risultato di quest’operazione sono delle immagini inquietanti all’interno delle quali la lettura dei singoli elementi può risultare fuorviante. Nell’universo di Araki il kinbaku, una forma giapponese del bondage, non è altro che un modo diretto per arrivare al cuore di una donna, quasi fosse una profonda forma di abbraccio, mentre i fiori presenti nella scena rappresentano i genitali femminili in tutta la loro carica erotica. Durante la realizzazione delle immagini il fotografo si trova a breve distanza dal soggetto, a sottolineare le implicazioni che l’amore ha con la prossimità degli odori, delle sensazioni e degli ambienti.

Un altro esempio caratteristico della rappresentazione dell’eros attraverso il mezzo fotografico, si può trovare lasciandosi guidare dalle immagini di Rinko Kawauchi. In questo caso, l’uso di colori muti ed un leggero gioco di sfumature, con i quali l’artista cattura la bellezza dei momenti più profondi e silenziosi della vita quotidiana, ci riportano ai temi della relazione dell’uomo con la natura e - più in generale - con il ciclo della vita. Il risultato è la creazione di una particolare atmosfera di inspiegabile bellezza, all’interno della quale gli elementi, combinati insieme, formano un flusso visivo magicamente coerente, che al tempo stesso trasmette un senso di sottile inquietudine all’osservatore.

Semi d'anguria in un piatto, una goccia di rugiada nell'incavo di una foglia, un'ape che agonizza su un davanzale, l’artista si cimenta nella collezione di elementi apparentemente inutili organizzando il proprio racconto attraverso la relazione tra le immagini. Questi lavori in serie assumono una forma narrativa aperta che combina poesia ed emozione con la rappresentazione della mortalità, attraversata da una occasionale melanconia. Il formato quadrato, con il quale l’artista prova una sorta di “affinità fisiologica” consente di definire dei microcosmi, estrapolandone la compiutezza del significato e la perfezione interiore. La raffigurazione squisitamente delicata di ogni singolo dettaglio concorre, infine, allo svelamento delle varie fasi della vita, portando alla creazione di veri e propri haiku visivi.

Il complesso immaginario erotico giapponese si esplicita attraverso una ricerca fotografica dotata di un estetica dalle tinte apparentemente perverse e decadenti, sotto le quali si celano un profondo e mai dissimulato senso di caducità della vita e, con essa, dell’esperienza amorosa.

 
www.giuseppedefrancesco.com


La Fotografia del Giappone (1860-1910). I capolavori - Napoli

Villa Pignatelli - Casa della fotografia

Sede Riviera di Chiaia 200, Napoli 80121 -  Mappa
Informazioni Tel             +39 081 669675       | sspsae-na.pignatelli@beniculturali.it

Da  sabato 21 aprile 2012 a domenica 03 giugno 2012

La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e gli Incontri Internazionali d’Arte, nell’ambito del progetto Villa Pignatelli – Casa della fotografia, presentano una selezione di circa 150 stampe fotografiche originali realizzate tra il 1860 e i primissimi anni del Novecento dai grandi interpreti giapponesi ed europei di quest’arte.

La mostra, dal titolo “La fotografia del Giappone (1860-1910). I capolavori”, a cura di Francesco Paolo Campione e di Marco Fagioli, è realizzata in collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano e Giunti Arte mostre musei e si avvale del patrocinio di Regione Campania, Provincia di Napoli e Fondazione Italia Giappone.In Giappone, agli albori della storia della fotografia, la tecnica occidentale della stampa all’albumina si unì alla tradizionale abilità dei pittori locali, capaci di applicare il colore anche su piccolissime superfici, a volte con pennelli dotati di un solo pelo. I risultati artistici furono di sorprendente bellezza e i soggetti rappresentati risultarono così verosimili da non riuscire a distinguere,in alcuni casi, le opere dalle moderne fotografie a colori.

Le immagini - profondamente caratterizzate dalla ricerca di un’armonia sottile fra le cose: paesaggi, edifici, architetture d’interni, scene di vita quotidiana, ritratti di uomini e donne - erano destinate prevalentemente ai viaggiatori stranieri e offrivano rappresentazioni del paesaggio e della cultura giapponese con la funzione di produrre souvenir di viaggio e della memoria esotica.

Sono esposte le opere di alcuni grandi fotografi delle origini, primo fra tutti Felice Beato (1833 - 1907) che, immediatamente seguito da artisti giapponesi, diede vita a uno stile, chiamato Scuola di Yokohama. Il percorso espositivo, organizzato per sezioni, indaga la rappresentazione del paesaggio e la natura “educata” dalla cultura, il gusto dell’esotismo e il profondo rapporto tra la fotografia e le stampe dell’ukiyo-e. L’immagine della donna è colta nei molteplici aspetti della bellezza e della vita quotidiana, in casa, al lavoro nelle botteghe e nei campi, nei quartieri a luci rosse chiamati “città senza notte”. O ancora, attenta e curata è la proposta degli stereotipi dell’immagine maschile, dai samurai ai bonzi, dai lottatori di sumo a tutti gli interpreti quotidiani di una realtà ideale che, talvolta, declina anche verso l'«anormalità» e il capriccio.

La relazione fra il sacro e il profano viene esaminata attraverso una serie di fotografie che ritraggono le attività lavorative e altre scene di vita comune, i templi, le cerimonie e le feste.
La mostra si snoda con le opere dei grandi interpreti della fotografia giapponese, come Kusakabe Kimbei, considerato da molti il più eccellente interprete della Scuola di Yokohama.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo a cura di Francesco Paolo Campione e Marco Fagioli
edito GAmm Giunti, che affronta con il contributo di diversi specialisti i differenti aspetti della
fotografia in Giappone.

In occasione della mostra l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale ha organizzato un ciclo di conferenze a cura del professor Giorgio Amitrano, che si terranno ogni sabato mattina nella sala delle conferenze del museo per tutta la durata dell’esposizione.

INAUGURAZIONE SABATO 21 APRILE, ORE 11

21 aprile - 3 giugno 2012

Orario: 8.30-14.00; chiuso martedì

Ingresso: € 2.00

Informazioni: Tel.             081 7612356       – Fax 081 669675 sspsae-na.pignatelli@beniculturali.it
www.polomusealenapoli.beniculturali.it; facebook.com/villapignatellicasadellafotografia

Ufficio Stampa
Soprintendenza - Simona Golia, tel. 081.2294478, sspsae-na.uffstampa@beniculturali.it
Incontri Internazionali d’Arte,tel. 06.68804009, fax. 06.68803993,incontriinternazionalidarte@gmail.com

CONFERENZE
Organizzate dall’Università degli Studi di Napoli L’Orientale,a cura del professor Giorgio Amitrano.
Sabato mattina nella sala delle conferenze del museo per tutta la durata dell’esposizione.

Sabato 28 aprile ore 11
Francesco Paolo Campione
(Direttore del Museo delle Culture di Lugano)
La scuola di Yokohama

Sabato 5 maggio ore 11
Lucia Caterina
(Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”)
L’arte giapponese incontra l’Occidente

Sabato 12 maggio ore 11
Silvana de Maio
(Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”)
La città giapponese dall’epoca Meiji ai nostri giorni, tra continuità e nuovi inizi.

Sabato 19 maggio ore 11
Giorgio Amitrano
(Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”)
La malinconia e la bellezza. Riflessioni sul sentire giapponese.

Sabato 26 maggio ore 11
Franco Mazzei
(Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”)
Il Giappone dalla tradizione al postmoderno.

Con il Patrocinio della Fondazione Italia Giappone (www.italiagiappone.it)


Tzukiji Wholesale Market - Milano

Inaugurazione lunedì 12 marzo dalle 18:30 alle 21:30

Da martedì 13 marzo 2012, fino al 28 aprile,  Kitchen, in via De Amicis 45 Milano, ospita una nuova e interessante mostra del giovane fotografo
 Alberto Favara che con le sue immagini ci fa entrare nella pancia della balena: nel mercato del pesce Tzukiji Wholesale di Tokyo.
Un traffico giornaliero di 2888 tonnellate di pesce e quasi 3 miliardi di yen, più di 450 specie ittiche trattate, circa 65.000 persone coinvolte. 
Numeri che portano indiscutibilmente lo Tzukiji Wholesale Market di Tokyo ad essere il più grande mercato ittico del pianeta.

Varcarne la soglia significa entrare in un organismo vivente mastodontico, un metabolismo futurista. 

Impossibile non esserne impressionati, non esserne affascinati e non volerne sapere di più.A condizionare l'intero lavoro vi è il casuale primo incontro del fotografo con un mercato completamente vuoto, come un enorme guscio di tartaruga vuoto e perfetto, dove traspirano tracce di attività che lasciano solchi nelle cose, in contrasto con una staticità e un’atmosfera atemporale, un caos ordinato.

Le fotografie, a parte alcuni scatti necessari per contestualizzare per lo meno geograficamente il lavoro, si propongono di ritrovare questo contrasto anche in un mercato più vivo che mai, dove nonostante il turbinio di energie, movimento e frastuono, vengono spontaneamente generati angoli di bellezza senza ne’ tempo ne’ contesto; nei colori, nei corpi senza vita dei pesci, nel sangue e persino negli scarti della lavorazione. Anche la gestualità degli uomini viene a perdere il suo significato concreto poiché compiuta con l’eleganza e la precisione tutta giapponese, che per natura mira alla perfezione funzionale ed estetica, in ogni attività.

Scatti che vogliono dipingere un sistema di baricentri casuali, attorno al quale, senza toccarli, si muove vorticosamente un mondo.

La mostra è gratuita, aperta al pubblico in orario di negozio:

lunedì 15,30-19,30
martedì-sabato 10,00-19,30.

kitchen
via de amicis 45
20123 milano
02 58102849

www.kitchenweb.it

 

kitchen è il concept store dedicato a chi in cucina vive, si diverte, s’appassiona.

Nei 170 metri quadri di Via De Amicis 45, a Milano,  si possono trovare oltre 2500 articoli in acciaio e una selezione di utensili in rame, circa 1500 volumi per chi vuole approfondire le tecniche e le curiosità culinarie, prodotti gastronomici sia tradizionali che di nicchia. E per gli appassionati c’è sempre un assortito calendario di seminari, corsi di cucina e mostre. Catalogo on line su www.kitchenweb.it

 

Alberto Favara fotografo

web: www.albertofavara.com

e-mail: alfavara@fastwebnet.it

mobile: +39 3497827024

Studio: via Foscolo 24 B, 20063,

Cernusco sul Naviglio (MI)

tel: +39 0292111112


Nobuyoshi Araki Photos and Polas - Milano


NOBUYOSHI ARAKI
Photos and Polas

15 marzo – 21 aprile 2012
Inaugurazione: giovedì 15 marzo 2012 dalle ore 19.00
Durata: 15 marzo – 21 aprile 2012
Orari: 10.30 – 13.00 / 15.30 – 19.30 da lunedì a sabato
Organizzazione: Elena Zonca e Tiziana Castelluzzo

La galleria Zonca e Zonca è lieta di annunciare la nuova mostra personale di Nobuyoshi Araki.

Artista tra i più controversi e rappresentativi della contemporaneità, Araki usa la fotografia come mezzo per testimoniare il tempo e per ritrarre, senza filtro, il mondo che lo circonda con tutte le sue contraddizioni. L’atto del fotografare è uno strumento per mostrare tutto, per estrarre l'essenza delle cose e, nel caso delle donne, ciò che esse sono, il loro vivere quotidiano o la loro sensualità. l suoi scatti sono una sorta di diario esistenziale, dove il
fluire della vita è segnato dalle immagini.
Guidato da una grande passione per la vita, Araki crea sempre una tensione emotiva tra due opposti: bene e male, ironia e mistero, desiderio erotico ed espressione ludica. L’eros, le donne e tutto ciò che si trasforma nel tempo, come i suoi fiori, sensuali e potenti, o i cieli dove spazio e tempo svaniscono nel nulla sono i protagonisti delle sue opere.
Ritratte nude, in atteggiamenti provocanti e sensuali, lascivamente abbandonate a terra, sedute o coricate su letti disfatti, le sue donne appaiono complici e consapevoli del gioco di seduzione ma allo stesso tempo esibiscono ed offrono la loro bellezza e sensualità con una naturalezza disarmante e con un abbandono assoluto.
L’esposizione si compone di fotografie di grande e medio formato e di polaroid.

Via Ciovasso 4 – 20121 Milano
info@zoncaezonca.com | www.zoncaezonca.com
T +39 0272003377 | F +39 0272003369


Petali d'Oriente - Gallarate

Nell’ambito di Filosofarti 2012, il cui tema sarà “Il corpo, i sensi”, il Sestante propone la mostra Petali d’Oriente. La mostra presenta 21 nudi femminili scattati da Yoshie Nishikawa, una fotografa che si muove tra le origini giapponesi e l’adozione italiana.Nelle sue immagini, dove ritroviamo tutto il sapore del sistema simbolico giapponese, le forme femminili appaiono come un ritorno all’ordine esteticoscavalcato da autori come Nobuyoshi Araki o troppo interiorizzato da un’autrice come Daido Moriyama. Non vuole mostrare i lati più oscuri della vita urbana e le parti meno visto delle città o l’industria del sesso giapponese: quella di Yoshie Nishikawa è una fabbricazione estetica dove il b/n è talmente regolato e modulato da apparire di una qualità pura che ci riporta alla trasformazione delle cortigiane in sovrane della bellezza tipiche del lontano ukiyoe.

Yoshie Nishigawa nasce a Sapporo, in Giappone. Dopo la laurea presso l’università d’arte Ootani di Sapporo, nel 1982, si trasferisce a San Francisco dove si specializza in “the fine art of Photography” presso la San Francisco Academy of Art College. Nel 1983 comincia la sua carriera fotografica come free–lance, lavorando tra Tokio, New York, Londra e Milano. Nel 1996 decide di trasferirsi a Milano, continuando la sua collaborazione professionale con alcune case editrici, aziende e agenzie fotografiche di Tokio. Ha pubblicato servizi fotografici su varie riviste di importanti case editrici come Conde Nast, Rizzoli, Mondadori, Hachette, Kodan–sha, Shuei–sha, Shogakkan. Nel 2009 ha vinto il primo premio assoluto e il primo premio in ambito Moda al Premio della qualità creativa in fotografia professionale, organizzato dall’ Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU Visual. Nel 2010, sempre per il Premio della qualità in fotografia professionale, ha vinto il primo premio nella categoria “Glamour”. Yoshie ha sempre alternato alla sua attività professionale una ricerca e uno studio personali. Le sue opere sono state esposte in numerose gallerie d’arte in Giappone e Italia; attualmente svolge la sua attività professionale ed artistica tra Milano, Londra, Parigi e Tokio.

A causa della ben nota inagibilità della sede del Fotoclub, la mostra sarà ambientata nella suggestiva cornice del Museo degli Studi Patri in Via Borgo Antico, 4  a Gallarate.

Domenica 4 marzo 2012 alle ore 17.30 si terrà l’inaugurazione della mostra, alla presenza dell’autore.

Venerdì 9 marzo 2012, alle ore 21.15 si terrà l’incontro con l’autore.

Il programma completo di Filosofarti è disponibile al link www.fotoclubilsestante/pdf/FILOSOFARTI2012.pdf

 


WILL - Roma

WILL
one year ago,
one year after
mostra fotografica
Co-organizzazione: Ambasciata del Giappone in Italia

1 - 14 marzo

1/3/2011: sisma e tsunami di inusitata violenza si abbattono sulla regione del Tohoku in Giappone. La via della ricostruzione e' intrapresa da subito, per iniziativa locale e nazionale, e grazie all’intervento tempestivo della comunita' internazionale,cui il popolo giapponese tributa profonda riconoscenza.

A un anno di distanza, la mostra, aldila' di facili retoriche e strumentalizzazioni del dolore, propone immagini dell’ineluttabilita' dei fenomeni naturali, della reazione umana, e della sopravvivenza comunque e nonostante, grazie al dono prezioso dei legami, kizuna in giapponese, termine che oggi , nel Giappone della ricostruzione, si erge a simbolo della vicenda. Che si tratti di legami di sangue, di amicizia, di uomo e terra, interpersonali, o internazionali poco importa:
l’unione fa notoriamente la forza, in questi casi quella necessaria per risollevare il Tohoku dalla devastazione.

In mostra le immagini più eclatanti delle prime fasi, e quelle meno conosciute ma altrettanto, se non maggiormente, significative: la gente, il territorio, le attività di recupero, i volontari stranieri e il sostegno dei locali, e il contributo di tutti alla ricostruzione, insieme.

Leggi il comunicato stampa tohoku

Istituto Giapponese di Cultura in Roma Via Antonio Gramsci, 74 Tel. 06/3224794 info@jfroma.it