Asako Hishiki Intrecci d'acque - Reggio Emilia

Asako Hishiki
INTRECCI D’ACQUE

Lʼoriginale linguaggio di Asako Hishiki si presenta come un equilibrato punto di contatto fra molteplici stratificazioni culturali, che riescono a coagularsi attorno a lavori eleganti, calligrafici, costruiti con impaginazioni sempre perfette nelle quali lʼinsieme è reso con la medesima cura del più minimo particolare. Nulla viene lasciato al caso.
Asako, in questa serie di opere realizzate appositamente per questa esposizione, suggerisce impercettibili segni dʼacqua, memorie residuali di un lavoro che la natura, qui intesa nel suo senso più profondo, intimo e originario, traccia nel suo divenire e nel suo continuo trasformarsi. E altrettanto essenziale è il segno con cui Asako tratteggia questo intimo
sentimento, con la raffinatezza delle infinite variazioni del nero, del grigio e del bianco e lʼimpiego di tecniche minimali, matita, acquerello e xilografia.
vernice sabato 3 marzo, ore 18

Con il Patrocinio del Consolato  Generale del Giappone a Milano

ASAKO HISHIKI
Nasce ad Hamamatsu (Giappone) nel 1980.
Si laurea nel 2004 nel corso di pittura presso lʼUniversità Joshibi di Arte e Design.
Successivamente diplomatasi presso lʼAccademia di Belle Arti di Bologna,
ottiene nel 2010 una borsa di studio in pittura del Governo italiano.
Vive e lavora a Bologna.
Principali mostre personali:
2009
- “Il Tempo Conservato”, Gallery Zaim, Yokohama (Giappone)
- “La Sospensione del Tempo”, Galleria Expo-Ex, Senigallia
2011
- “La Fermentazione dellʼAria”, Blu Gallery, Bologna
- “Gli Uccelli Migratori”, Il Posto, Bologna
Partecipazioni a mostre collettive:
2010
- Premio San Fedele “Il segreto del sguardo”, Milano
- Como Contemporary Cotest “Co.Co.Co.”, Spazio Natta, Como
2011
- Premio San Fedele “Dove sono? E quindi uscimmo a rivedere le stelle”, Milano
- “Notti dʼEstate”, Spazio Gerra Reggio Emilia
- Blu Gallery, Bologna

1.1_ZENONEcontemporanea
11, Via San Zenone
Reggio Emilia
Italia
www.zenonecontemporanea.it

 


Kuniyoshi No Neko - i Gatti di Kuniyoshi

Utagawa Kuniyoshi (1797-1861) è uno degli ultimi, più interessanti artisti di ukiyoe, le silografie notissime in occidente anche come “stampe del mondo fluttuante”. Oltre ad aver prodotto stampe del genere che tutti conoscono, ritratti di persone, di attori, rappresentazioni storiche e così via, Kuniyoshi è noto per le raffigurazioni di gatti. Nella sua casa ne vivevano, amati e coccolati, sempre cinque o sei, che gli offrivano ispirazione per le più varie scene di vita quotidiana.
I gatti personificavano e rappresentavano lo spirito dell'abitante di Edo dell'epoca: spensierato e sempre alla ricerca di nuovi piaceri. La ricca classe mercantile di quella che è oggi la capitale Tokyo, preoccupava per la crescente, pericolosa, prosperità le autorità cittadine che cercarono di tenere a freno le tendenze scialacquatrici dei mercanti o dei ricchi borghesi con una serie di leggi suntuarie (riforme dell'era Tenpoo, 1830-1844). Questi regolamenti proibivano anche i piaceri più innocui, dai fuochi artificiali ai kimono sfarzosi per giungere fino alle stampe.

Vennero bandite anche le rappresentazioni di attori del teatro kabuki e delle più famose geisha che per anni erano stati i soggetti preferiti degli artisti dell'ukiyoe. Ormai erano ritenuti pericolosi per la morale pubblica. Kuniyoshi trovò il modo di aggirare le leggi e di far divertire il suo pubblico rappresentando attori, cortigiane, personaggi storici o leggendari sotto forma di gatti. In alcuni casi assunse anche lo pseudonimo Gobyokai, il maestro dei cinque gatti. Naturalmente produsse anche stampe nelle quali l'animale è semplicemente un gatto, che gioca con l'orlo del kimono della padrona o che si fa da lei accarezzare, tenuto amorevolmente in braccio. La carriera di Kuniyoshi prosperò grazie alle sue splendide rappresentazioni di paesaggi, figure mitiche ed eroi spavaldi, ma anche a quelle del gatto: un affascinante specchio dell'imprevedibilità della natura umana.

Graziana Canova Tura, da Pagine Zen numero 30


Shunga: dove si incontrano Arte ed Eros

shunga12Nell’epoca Edo il lavoro più importante delle donne giapponesi era cucire i kimono. Perché i kimono devono essere scuciti ogni volta che si lavano e ricuciti dopo essere stati stirati. Il lavoro più complicato è la lavorazione della parte interna; ogni cucitura deve essere nascosta in maniere diverse anche nelle parti interne che non si vedono. È una lavorazione finalizzata al piacere personale di chi lo indossa. Numerosi oggetti giapponesi hanno le decorazioni più raffinate nelle parti nascoste, per esempio le foglie d’oro molte volte sono usate sotto i coperchi, all’interno delle scatole o delle ciotole, forse perché i giapponesi sono troppo timidi per vantarsi e ostentare la bellezza degli oggetti che possiedono. Sono altrettanto timidi nell’erotismo. Gli uomini giapponesi di solito considerano più attraenti le donne quando si intravede solo in parte o si intuisce la loro sensualità. Leggere di più