La musica dell’Impero: Il repertorio gagaku

Quest’anno, in occasione del Festival MiTo, è stato presentato un focus dedicato alle musiche del Giappone, al pubblico italiano sarà data quindi la possibilità di ascoltare in sala da concerto musiche come quelle per il teatro e Kabuki, ma una di queste rimane ai più sconosciuta non solo nel suono ma anche nel nome, il repertorio gagaku. Se infatti le prime due musiche citate sono state, in varia misura, già ascoltate in occidente grazie a media diversi ed eterogenei, in particolare il Kabuki, il repertorio gagaku è da sempre il meno nominato, sia perché è la musica più antica sopravvissutaci dell’arcipelago nipponico e sia perché la sua fruizione è sempre stata appannaggio di un élite nobiliare nell’antichità e pochissimi cultori oggi. In aggiunta la sua conoscenza al di fuori del Giappone, se non per la significativa eccezione della Cina che andremo a spiegare mano a mano, è estremamente limitata e si colloca in pochi brani raccolti in cd “folkloristici” e qualche tournée di troupes in Europa. Lo scopo di questa sezione del blog sarà quindi chiarirne la storia e le dinamiche, nonché svelarne, dove ce ne sia bisogno, le tematiche e la tecnica con cui il gagaku ci parla da un così remoto periodo, abbracciando sia le sue numerose danze che il repertorio strumentale, sia gli aspetti legati agli strumenti impiegati e la loro storia sia comprendendo la società in cui nacque e si sviluppò, imprescindibile per la corretta comprensione non solo di questa ma di tutte le musiche.

Edmondo Filippini

Dottore magistrale in Musicologia presso l’Università Statale di Milano.

E-mail: filippiniedmondo@yahoo.co.jp