“Effetto serra” sulla politica ambientale giapponese
La politica ambientale in Giappone riflette la necessità di coniugare uno sviluppo economico e tecnologico all’avanguardia ad una particolare attenzione nei confronti della natura e dell’ambiente.
Tutto ciò ha trovato nel Giappone non solo un modello di sviluppo economico su cui fare affidamento, ma anche delle solide basi culturali e una sensibilità sociale che hanno svolto il ruolo di energia vitale nei momenti più critici.
La chiave di lettura, che unisce la sensibilità per l’ambiente, una politica ambientale come modello da esportare, lo sviluppo economico, la società e l’identità di questo paese è lo Shintoismo, inteso anche come l’energia vitale del mercato giapponese, quel qualcosa che ha sempre distinto il Giappone nel suo essere e nel suo modo di porsi in qualsiasi situazione.
La politica ambientale in Giappone puo’ essere ricondotta a una crescente consapevolezza della necessita’ di una regolamentazione, e nello stesso tempo, preservazione e protezione dell’ambiente maturata a partire dalla grande ondata di industrializzazione dell’era Meiji fino ai nostri giorni.
Recentemente, in seguito all’ondata di rinnovamento in seno all’entourage politico giapponese, con l’elezione di Yukio Hatoyama, leader del partito democratico, la politica giapponese in materia di tutela dell’ ambiente risulta essere oggetto di riforme significative, ambiziose, e di ardua realizzazione: la riduzione del 25 per cento delle emissioni entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990.
“Non possiamo fermare il cambiamento climatico soltanto ponendo un obiettivo sulle emissioni del nostro Paese”, ha precisato Hatoyama, parlando a un convegno sul cambiamento climatico.
“Cercheremo anche di dare vita a un contesto internazionale trasparente ed efficace che coinvolga tutte le principali potenze del mondo”.
Il Giappone risulta avere tutte le potenzialità, economiche e tecnologiche, per raggiungere l’obiettivo di riduzione dei gas serra e per responsabilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle future generazioni in merito a un tema così complesso e controverso.
Valentina Gasbarri