Kangen e bugaku

dakyurakuIn precedenza abbiamo parlato di come il repertorio gagaku è stato puntualmente importato ed organizzato dalla nobiltà di corte. Ad oggi le musiche e le danze di questo repertorio sono state quasi tutte modificate, ricomposte sia musicalmente che coreograficamente. In generale però si può dire che l’assetto generale è rimasto quello originario datogli sotto l’imperatore Ninmyō, che conservava la classificazione tra i lati destro e sinistro. Questa classificazione divideva in due parti le danze bugaku, letteralmente “musica di danza”, provenienti dalla Corea (umai, danza del lato destro) e quelle provenienti dalla Cina (samai, danza del lato sinistro) con un’unica significativa eccezione, il lato sinistro poteva vantare anche un repertorio strumentale, kangen, letteralmente “fiati e corde”, composto ed eseguito per il piacere dell’esecuzione di cui il brano Etenraku è forse l’esempio più noto. La differenza più evidente tra i due, oltre ad i colori utilizzati negli abiti delle danze, è che se nel kangen si utilizzano strumenti a corde, quali gakubiwa e gakusō di cui si parlerà in seguito, nel bugaku tali strumenti sono completamente assenti, lasciando alla compagine dei fiati l’onore dell’accompagnamento. Non solo, il bugaku venne ulteriormente classificato in danze di guerra, bu no mai e danze civili, bun no mai di cui queste ultime a loro volta divise in danze veloci hashirimai e danze tranquille hiramai. Per evitare di schematizzare troppo si decise inoltre di accoppiare le danze del lato sinistro con quelle del lato destro, tsugamai, così da creare sempre una danza di risposta che fosse speculare l’una all’altra ma con un rapporto in cui la samai era sentita come principale e la umai come danza di risposta, tōbu. Il kangen, invece, era originariamente di natura improvvisata, eseguito secondo un ordine gerarchico dalla corte e dall’Imperatore stesso e presto prese il nome di nokorigaku o musica permanente per l’abitudine di lasciare sul palco gli strumenti a corda.

Edmondo Filippini

Dottore magistrale in Musicologia presso l’Università Statale di Milano.

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