Cinema giapponese

ososhiki1Il funerale / Osōshiki

Muore un anziano signore. La figlia e il marito devono organizzare il funerale.

Il film sarà proiettato venerdì 5 marzo alle ore 19.00 presso il Centro Incontri Culturali Oriente Occidente, Via Lovanio 8 (MM2 – Moscova) nel contesto della rassegna “5 centimetri al secondo. Viaggio nel Giappone antico e moderno attraverso il cinema”, curata da Giampiero Raganelli.

Regia: Itami Jūzō

Sceneggiatura: Itami Jūzō

Fotografia: Maeda Yonezo

Musiche: Yuasa Joji

Con: Yamazaki Tsutomu (Inoue Wabisuke), Miyamoto Nobuko (Amamiya Chizuko), Sugai Kin (Amamiya Kikue), Ōtaki Hideji (Amamiya Shokichi)

Produzione: Itami Productions

Durata: 124’

Giappone, 1984

Opera prima per Itami Jūzō, ispirata da una sua vicenda biografica. I protagonisti sono, in effetti, colti dalla notizia del lutto, proprio durante la lavorazione di uno spot pubblicitario, peraltro decisamente grottesco. Non è l’unico momento metacinamatografico: successivamente si vede la realizzazione di un filmino in bianco e nero, che fa uso di cartelli per i dialoghi, proprio come nel cinema muto. Questo rientra nello stile di Itami, basta pensare al prologo di Tampopo (1985), che vede i personaggi in una sala cinematografica che si preparano ad assistere alla proiezione del film.

Come nei suoi lavori successivi, il regista tratta i temi fondamentali della vita, la morte, la sessualità, il cibo, con il suo sguardo caustico, sfiorando il grottesco. Vengono in particolare messi alla berlina i formalismi del comportamento dei giapponesi, in questo caso quelli relativi a un rito funebre. Il divario tra il serio della cerimonia e i comportamenti delle persone, osservate con grande ironia, rende il film una commedia di costume. Ma Itami non si limita a volgere in derisione questo evento così grave, e alla fine riesce anche a commuovere.

Curiosità

Yamazaki Tsutomu e Miyamoto Nobuko, moglie di Itami, sono gli attori feticcio del regista, comparendo in quasi tutte le sue opere. Yamazaki recita anche nel recente Departures / Okuribito di Takita Yōjirō, Oscar 2009 come miglior film straniero. Un film che, per tematica e concezione, ricorda Il funerale.

Itami Jūzō

È considerato il più importante regista giapponese di commedie. Figlio di Itami Mansaku, cineasta degli anni trenta, approda al cinema negli anni sessanta come attore. Tra le sue interpretazioni vanno ricordate quelle in Cinquantacinque giorni a Pechino (1963), kolossal hollywoodiano di Nicholas Ray, e, più tardi, in Labirinto d’erba / Kusa-meikyu (1983) del regista sperimentale Terayama Sūhji. Contemporaneamente fa anche il produttore e il presentatore di programmi televisivi culturali e storici.

Il suo esordio alla regia avviene nel 1984, ormai cinquantenne, con Il funerale. Nel 1985 firma il suo film più famoso, Tampopo, incentrato sulla cucina giapponese, che ha anche una buona distribuzione all’estero. Pur rimanendo nell’ambito della commedia, ha toccato sistematicamente tutti i tabù della società giapponese, la sessualità, l’evasione fiscale, le sette religiose, la criminalità organizzata, il sistema sanitario, la corruzione. Esce dal genere comico solo per Una vita tranquilla / Shizukana seikatsu (1995), ispirato dal nipote, ritardato mentale, figlio della sorella e del celebre scrittore Ōe Kenzaburō, autore del soggetto. Non rinuncia comunque a trattare un argomento così grave con una lieve dose di ironia.

Minacciato dalla yakuza, proprio per la satira che ne ha fatto nei suoi film, Itami è vittima di un attentato, non grave, nel 1992. La cosa getta una luce inquietante sulla sua tragica morte, avvenuta cadendo da un balcone nel 1997, in circostanze che non sono mai state chiarite.

Giampiero Raganelli