“Yes, we Kan”?

Il Giappone ha il suo quinto Primo Ministro in quattro anni.

Yukio Hatoyama il 2 giugno scorso ha annunciato le sue dimissioni.

Le cause sono relative agli scandali di finanziamenti occulti riguardanti il potentissimo “shogun-ombra” Ichiro Ozawa, ex Segretario Generale del Partito Democratico, dimissionario coatto insieme ad Hatoyama. La pesantissima perdita di popolarità dell’ex Primo Ministro – dal 70% in sede di elezione al 17% degli ultimi giorni – è tuttavia legata alla promessa, non onorata, dello spostamento della base militare statunitense Futenma, in Okinawa.

La questione okinawana è al centro del dibattito politico da lungo tempo poiché causa di tensioni sociali sempre più allarmanti: il territorio è attualmente sede del 75% (circa quarantasettemila unità) delle forze militari americane stanziate in Giappone; i locali hanno sempre maggiori difficoltà a coesistere con “ospiti” che creano scompiglio e soprattutto godono di diritti di extraterritorialità,  i quali proteggono le truppe statunitensi dalle leggi giapponesi. Sono stati frequenti gli episodi spiacevoli che hanno visto come protagonisti soldati americani rimasti poi impuniti perché giudicati da tribunali statunitensi, morbidi su questo tipo di questioni riguardanti l’esercito.

Ovviamente Tokyo ne ha un tornaconto: Washington stanzia circa cinque miliardi di dollari l’anno a supporto della  nazione ospitante. Questo, congiuntamente all’esigenza giapponese di mantenere salda l’alleanza con gli Stati Uniti, chiarifica la complessità della controversia.

Hatoyama promise di spostare una buona parte delle truppe, dandosi come tempo limite lo scorso mese di maggio.

Ora le speranze sono riposte nella figura di Naoto Kan, ex-ministro delle finanze, eletto nuovo premier.

Kan, che in Italia sarebbe definibile socialdemocratico, ha un passato politico attivo sul fronte ambientalista e dei diritti civili: in una precedente esperienza ministeriale della metà degli anni novanta portò alla luce uno scandalo di trasfusioni di sangue infetto. Superando un paio di episodi che fecero scalpore – uno legato alla sua vita privata ed un secondo riferito a contributi pensionistici non versati (per il quale si rasò la testa e fece il tradizionale pellegrinaggio negli ottantotto templi buddisti dell’isola di Shikoku) – Kan interrompe la lista degli ultimi effimeri primi ministri figli o nipoti di premier: Koizumi, Abe, Fukuda, Aso, Hatoyama.

Naoto Kan, che negli anni ’70 contribuì a far eleggere in parlamento la femminista storica Fusae Ichikawa, oggi propone nel nuovo esecutivo Renho Hsieh Lien-fang. Questa giovane donna, padre taiwanese e madre giapponese, a 42 anni è ministro delle riforme amministrative quindi non solo il più giovane esponente del dicastero, ma anche il primo membro del governo del Giappone ad avere origini cinesi: a lei è affidata la guerra agli sprechi di risorse pubbliche, questione molto importante per Kan.

Lo scorso 11 giugno il neo-primo ministro ha tenuto il suo primo discorso ufficiale presso la Dieta.

Le situazioni da affrontare con più urgenza riguardano:

 – la salute fiscale della nazione che sta affrontando un debito pubblico pari quasi al 200% del PIL: si intendono varare riforme di aumento della tassa sui consumi, per questo si chiede a tutti i partiti uno sforzo cooperativo multilaterale per salvaguardare l’interesse nazionale più che quello delle singole fazioni;

 – un’economia più forte, la via perseguita da Kan vede la creazione di risposte a problemi sociali come la protezione ambientale e l’invecchiamento della popolazione, e soprattutto tagli drastici agli sprechi governativi;

 – il sistema di sicurezza sociale, per il quale ci saranno presto nuove proposte (ad esempio una

 riforma del sistema pensionistico);

 – la sfera diplomatica, la quale sarà guidata da razionalità e non da ideologie: l’alleanza con gli Stati Uniti proseguirà e si rafforzeranno le intese con gli altri paesi asiatici;

 – per quanto riguarda Futenma, il premier intende onorare gli accordi presi con l’America ma,

contestualmente, alleggerire il pesante fardello che grava sulla prefettura di Okinawa. Il 23 giugno 2010 si recherà sul luogo per partecipare alla cerimonia che ricorda il sessantacinquesimo anniversario della fine della battaglia di Okinawa ed ascoltare le richieste della popolazione.

Questi i punti che il primo ministro Naoto Kan si è impegnato ad affrontare, cercando una continuità con le linee politiche promosse da Hatoyama e provando a costruire una credibilità per il partito democratico in vista delle future elezioni nel 2013.

Rachele Grassi