Capodanno Giapponese

L’inverno è il tempo della grande festa di Capodanno: importante come il Natale per gli occidentali, vede le famiglie giapponesi riunirsi, molti tornare al paese natio a godere gli antichi sapori della cucina della mamma (ofukuro no aji). In splendide scatole di legno laccato, quadrate e a più strati, verrà servito osechi, il cibo di Capodanno: sardine, frittate, fagioli neri cotti a lungo in un sugo dolce, nodi di alga, piccole orate, pezzetti di pollo, radici di loto all’aceto, uova di pesce e altre delicatezze. Le verdure di stagione sono gli spinaci e altre foglie verdi. Nelle case si predispongono le classiche decorazioni di Capodanno che comprendono: kaki essiccati (significano salute e successo nella vita), alga konbu (il suo nome ricorda il verbo yorokobu, rallegrarsi, gioire), mochi (anche omochi) è un cibo tipico dell’inverno e tradizionale del periodo di Capodanno. Si prepara con riso glutinoso (mochigome) cotto a vapore, pestato a lungo in un grosso mortaio di legno, finché diviene una pasta molle ma compatta, che va poi modellata in piccole focacce. Il vocabolo mochi, se scritto con un altro ideogramma, può significare “avere, possedere”: equivale quindi a un augurio di ricchezza. La ricetta principale di Capodanno contenente il mochi è la minestra chiamata ozooni, ma il modo più semplice e appetitoso per gustarlo è quello di abbrustolire il boccone di mochi, intingerlo in salsa di soia e avvolgerlo in un pezzetto di alga nori. Due mochi di misura diversa fanno parte obbligatoria delle decorazioni di Capodanno e vengono posti il piccolo sopra al più grande (kagami-mochi), insieme con arance amare e altri elementi, come offerta sull’altare shintoista presente nella casa, oppure in un luogo importante della dimora, o all’ingresso, dove di solito si pongono le decorazioni per il Capodanno. L’aragosta bollita è anch’essa indispensabile (appesa sulle porte o esposta nelle abitazioni). Il vocabolo generico ebi, che indica tutti i tipi di crostacei, dai gamberi all’aragosta, viene scritto con due ideogrammi che significano mare-vecchio, perché l’aragosta ha il corpo piegato come una persona anziana. Tutto ciò è di buon augurio per una lunga vita e anche in considerazione del fatto che in Giappone la vecchiaia è considerata dote apprezzabile, perché porta con sé saggezza ed esperienza.

di Graziana Canova Tura, da Pagine Zen numero 27