Le mani nello Zen Shiatsu

I bambini di pochi mesi si perdono nell’incanto dell’osservazione delle loro mani:  le chiudono, le aprono, le girano. Successivamente le useranno e nell’ utilizzo si attivèrà lo sviluppo del corpo, dello spirito e della psiche. Nelle mani esiste un’impronta genetica, il nostro temperamento, ma comunichiamo col nostro tocco anche ciò  che siamo diventati in base alle esperienze della vita.
Con le mani realizziamo quello che parte dalla nostra immaginazione dalla nostra progettualità, è la creatività che prende forma nelle mille azioni che possiamo intraprendere attraverso la variegata gamma di movimenti che ci è dato di fare.
In antiche tradizioni orientali la posizione delle mani ha significato energetico (mudra) o anche esoterico. Per chi pratica shiatsu è importante la capacità di percepire e l’espressione del tocco. Ogni operatore per coltivare ascolto e tocco dovrà avere un’educazione, un allenamento, una ripetizione di movimenti. All’inizio pressione dopo pressione si conosce il corpo, e lo si conoscerà senza tavole anatomiche, ma con le dita i polpastrelli, il palmo. Si sviluppa la percezione, non il nozionismo dei testi. Attraverso la manualità si comprende la struttura del corpo. Un buon operatore lavora sulla superficie del corpo mettendo in moto dei meccanismi che avranno un eco all’interno. Non si tratta solo di tecnica o di meccanica. Sviluppando la percezione potrà dare risposte con le mani in base alla singolarità della persona, anche se sta trattando un ricevente con lo stesso  sintomo lamentato dal ricevente precedente. Non ci sarà l’applicazione di una tecnica univoca ma una risposta specifica a ciò che sente con le mani, rispettando l’unicità della persona. E’ con questa educazione al tocco che ogni pressione, durante il trattamento,  raggiungerà stati profondi dell’essere; in quella profondità inizierà il superamento del malessere ed il cambiamento innestato darà movimenti e segnali di ripresa e benessere totale.
Maria Montessori diceva che “ I bambini prima imparano con la mano poi con il cervello”. Se l’operatore saprà mantenere quello spirito da bimbo, quella sorpresa, quello stupore, quella stessa meraviglia del bambino che si guarda le mani, non verrà smarrito lo spirito iniziale e anche dopo molti anni le sue mani continueranno a comunicare purezza.

Joshin Galani

KAILA Centro Studi Zen Shiatsu