Tsukimi, una serata dedicata alla bellezza

In molte culture del mondo il nostro unico satellite, la luna, è stato, in alcune è tutt’ora, venerato come divinità o più semplicemente usato come indicatore del trascorrere del tempo. In Giappone ancora oggi il plenilunio del mese di settembre è un’occasione per ammirare (Tsukimi significa proprio “vedere la luna”), insieme ad amici e famigliari, questo splendido corpo celeste.

 

La luna è il solo e unico satellite terrestre e anche il corpo celeste più vicino al nostro pianeta. La sua vicinanza ci permette di osservarlo molto bene a occhio nudo e per molte popolazioni antiche è stato, per secoli, l’unico modo per misurare il tempo. 

Ogni cultura le, o gli, attribuisce poteri e significati, valenze maschili o femminili, simbologie positive o negative. In Giappone ha sempre avuto un’importanza duratura nei secoli, sia come elemento necessario al calcolo temporale, sia come divinità, sia come soggetto estetico. Già in tempi antichissimi la luna è stata ispiratrice di artisti, letterati, artigiani, maestranze di ogni periodo storico che hanno impresso la sua bellezza su ogni tipo di supporto per lasciarla in eredità alle generazioni future.

Un plenilunio in particolare è soggetto di speciali attenzioni, quello di settembre. Viene chiamata Tsukimi la festa in onore di quella che è considerata la luna più bella dell’anno.

La ricorrenza ha origine nella cultura dell’antica Cina, poi introdotta in Giappone nel periodo Heian (784-1185 d.C.), adattandosi molto bene ai canoni estetici dell’epoca che tengono in gran conto la natura e le sue manifestazioni. In questa serata particolare, la nobiltà aveva l’abitudine di riunirsi in luoghi dove la Luna fosse ben visibile per celebrare il suo chiarore con canti e poesie.

Hiroshige “La luna vista attraverso le foglie d’acero”, serie “Tra le ventotto visioni della luna”, 1832, Honolulu, Accademy of Arts.

Una testimonianza significativa dell’importanza data a questa festa è un luogo esistente ancora oggi, si tratta della villa imperiale Katsura, situata a ovest di Kyoto. Edificata a partire dalla fine del XIV secolo per volere del principe Toshihito, fratello dell’imperatore Goyōzei, la villa venne progettata in modo da avere una terrazza, chiamata , per l’appunto, della luna (Tsukimadai), dove fosse possibile ammirare questo plenilunio.

Ancora oggi la festa di Tsukimi costituisce una delle celebrazioni più affascinanti e suggestive del Giappone. Usanza vuole che le case vengano abbellite con i rami della pianta susuki (erba della pampa), particolarmente indicata per i suoi riflessi argentati, e si offrano alla Luna dei dolcetti di riso a forma sferica, che ricordano la forma della Luna piena e, secondariamente, per festeggiare la fine del raccolto.

È una festa da trascorrere con amici e parenti, per ammirare le suprema bellezza di un chiarore antico, compagno discreto degli artisti di tutte le epoche.

Valentina Meriano

Fonti: “La villa imperiale di Katsura attraverso la tradizione letteraria giapponese” di Priscilla Inzerilli (2013)