Penne del Sol Levante – La Casa della luce di Yoko Ogawa

Buon venerdì lettori! Oggi voglio parlarvi della mia scrittrice prediletta, Yoko Ogawa e della sua breve raccolta di racconti intitolata La Casa della Luce.

Si tratta di tre storie narrateci in prima persona da due ragazze e una donna. In queste vicende il tema fondamentale è l’adolescenza, l’estraniamento dalla realtà, la ricerca di un posto nel mondo che possa essere definito proprio. Siamo di fronte alla scrittura tipica della Ogawa, cruda, diretta, alla ricerca costante del piccolo neo, del difetto comune, in una situazione apparentemente idilliaca. Come nel caso del primo scritto, in cui una ragazza ci racconta la gravidanza della sorella maggiore. Vivono tutti e tre, con il cognato, in un piccolo appartamento; l’occhio della ragazza è indiscreto e reagisce ai cambiamenti fisici e comportamentali della sorella, dovuti alla gravidanza, con sguardo stonato, disincantato, morboso.

Nel secondo racconto una donna, in attesa che il marito le scriva di raggiungerlo in Svezia dove si è recato per lavoro, aiuta il giovane cugino a trovare un pensionato studentesco. L’edificio, però, pare avvolto da superstizioni e leggende. Tanto che quando lei ritornerà per incontrarlo scoprirà che il ragazzo è scomparso nel nulla, come se il dormitorio stesso l’avesse inglobato.

L’ultima storia del libro di Yoko Ogawa, che dà il titolo alla vicenda, ci viene narrata da Aya. La ragazza è figlia dei gestori di una casa d’accoglienza per bambini e ragazzi senza famiglia. Diventando i suoi genitori padri e madri di tutti gli ospiti della Casa della luce, Aya si sente quella meno amata. L’unica persona con cui vuole e desidera costruire un rapporto, creare un contatto sincero e umano, è Jun. Il ragazzo è ospite della Casa e un abile nuotatore, lei infatti passa i suoi pomeriggi a guardarlo mentre si allena in piscina.

Tipa Ogawa

 

In questa raccolta Yoko Ogawa ci pone di fronte a delle macchie nere su un foglio immacolato, sbagli, sbavature che non dovrebbero esserci ma che ci sono. La scrittrice ama molto sottolineare le piccole manie, le pericolose morbosità insite nella natura umana, nella persona più comune di tutte. Questa è la vera forza del suo stile e la particolarità che la contraddistingue rispetto agli altri autori.

Sperando che questo articolo vi abbia incuriosito, vi rimando come sempre alla recensione completa su Penne d’Oriente. Buona lettura!