“Matsue? Ma cosa ci andate a fare??”

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Quando si parla di viaggi in Giappone le mete più popolari sono solitamente le grandi città: Tōkyō, Kyōto, Ōsaka, Hiroshima. Sono tutte città a loro modo incantevoli, dotate di un fascino particolare, tappe d’obbligo quando si visita il Giappone per la prima volta. Purtroppo però queste città vengono spesso visitate solo per moda e viste come gli unici posti interessanti in tutto il Giappone.

Nell’aprile di quest’anno sono stata in viaggio in Giappone con il mio ragazzo, che lo visitava per la prima volta. Alle sopracitate mete “classiche” abbiamo aggiunto anche una tappa in una piccola località e la nostra scelta ha suscitato molta perplessità negli amici giapponesi. “Matsue? Ma cosa ci andate a fare??”.

Matsue è il capoluogo della prefettura di Shimane, nella regione del Chūgoku, ed ha una popolazione di quasi 196.000 abitanti. Per chi viene da una provincia che nel suo complesso ne conta 15.000 in meno, non è un posto tanto piccolo, ma per gli amici abituati a città come Kyōto e Tōkyō si tratta di una cittadina senza nulla di particolarmente interessante. Grave errore! Infatti, nonostante il nostro soggiorno sia stato breve, abbiamo potuto smentire chi dubitava della nostra scelta.

Matsue è raggiungibile in circa due ore e mezza con un treno espresso che parte da Okayama (stazione di cambio a circa 45 minuti da Ōsaka e meno di 40 da Hiroshima). Il viaggio è meno confortevole che in Shinkansen, ma il paesaggio che scorre fuori dal finestrino, dopo essere stati nelle città più caotiche, è una piacevole boccata d’aria fresca. Si attraversa una campagna prima pianeggiante e poi collinosa in cui si vedono piccoli villaggi con molte case dai tetti coperti di lucidissime tegole marroni o nere, molti campi e prati con il fieno appeso a seccare. Poco prima di raggiungere la destinazione si costeggia a tratti il lago Nakaumi, mentre Matsue si trova sul lago Shinji, il settimo più ampio di tutto il Giappone.

Matsue offre diverse strutture in cui alloggiare, soprattutto ryokan (locande tradizionali, con costi molto più contenuti rispetto alle località più rinomante) ed è proprio in una di queste che anche noi abbiamo alloggiato. Le camere hanno il pavimento in tatami, sono arredate in modo molto essenziale con i tipici tavolini bassi e si dorme nei futon. Le strutture offrono agli ospiti bagni comuni con vasche termali e, in alcune, anche private.

Dopo una passeggiata lungo la pista ciclabile che costeggia il lago Shinji ci siamo diretti verso il centro e gli obiettivi principali della nostra visita: il castello di Matsue e la casa di Lafcadio Hearn. Dei dodici castelli feudali rimasti in Giappone, quello di Matsue è il secondo più grande (dopo Himeji), il terzo più alto e il quinto più antico. Si trova su una piccola collina al centro di un tranquillo parco circondato da canali. Seguendo gli ampi sentieri di ghiaia, che si snodano attraverso il bosco, oltre a poter raggiungere il castello da più direzioni, si possono trovare anche dei piccoli templi shintoisti.
Una volta arrivati alla biglietteria abbiamo avuto una piacevole sorpresa: per favorire l’afflusso turistico non solo locale, la tariffa di tutte le attrazioni turistiche della città è dimezzata per tutti i turisti stranieri.
Il castello è molto imponente, ma come altri castelli giapponesi, appare leggero ed elegante. L’interno è per lo più spoglio, salvo qualche statua e alcuni pannelli, purtroppo solo in giapponese. Salendo le ripide scale di legno si raggiunge l’ultimo piano del castello, da cui si gode di una bella vista della città e del lago. La parte più interessante resta però la sala di uno dei piani inferiori dedicata ai dodici castelli feudali ancora esistenti, di cui cinque, tra cui quello di Matsue, riconociuti come tesoro nazionale. Partendo dalla lista in cui sono indicate le principali caratteristiche di classificazione (anno di costruzione, altezza e superficie), la serie di fotografie appese lungo il perimetro della sala accompagna il visitatore in un piccolo viaggio attraverso alcuni simboli della storia giapponese.

Poco distante dal castello si trovano anche il museo di storia e la vecchia residenza di Lafcadio Hearn, un nome molto noto tra gli studiosi di cultura giapponese. Hearn era un giornalista e scrittore irlandese, famoso per i suoi studi sul Giappone, e molto legato alla città di Matsue, dove lavorò come insegnante e si sposò, ottenendo anche la naturalizzazione giapponese. In realtà, nella piccola residenza che si può visitare soggiornò per pochissimo tempo, ma si tratta comunque di una visita interessante.

Per quanto si tratti di una piccola località Matsue offre anche un servizio di autobus turistici che fermano in prossimità di tutte le attrazioni principali. A bordo una voce narrante racconta vari aneddoti riguardo alla città e su degli schermi vengono mostrate varie fotografie di come appariva Matsue in passato. Purtroppo, per chi non lo parla, tutto è esclusivamente in giapponese. La mancanza di traduzioni in altre lingue sia nei luoghi di interesse che dei menù nei ristoranti è un segno della poca popolarità di Matsue come meta turistica, ma la popolazione è molto ospitale e cordiale e credo che con la loro politica possano ottenere dei buoni risultati. Con questo articolo mi auguro di aver dato il mio contributo per far conoscere Matsue e magari aver invogliato qualcuno ad inserirla come tappa nel suo prossimo viaggio in Giappone.

Articolo di Maddalena Pologna