Intervista a Kyoko Dufaux

Intervista a Kyoko Dufaux, illustratrice; le sue opere sono in esposizione presso l’Associazione Culturale Arte Giappone fino al 3 Ottobre per la mostra “Il cielo di Parigi”.

Ha scelto di rappresentare Parigi da una prospettiva diversa: perchè dipingere proprio i tetti e il cielo della città?

Il vero protagonista di questa mostra è il cielo: è il soggetto che volevo rappresentare, dal momento che è una parte essenziale della nostra vita, uno spazio che ci permette di respirare e vivere.

E in un secondo momento ci si accorge degli animali disposti sui tetti e sui balconi…

Sì, gli animali sono venuti in un secondo momento, quando il paesaggio era già stato dipinto. E’ sulla base dell’ambiente rappresentato che ho deciso quale animale potesse inserirsi bene nell’immagine e dove collocarlo.

Al contrario, non ci sono esseri umani.

Preferisco dipingere animali, perchè sono più semplici; penso che sia davvero difficile riuscire a rendere la complessità umana. Questo non vuol dire che io non sia interessata a ritrarre le persone, anzi, mi è già capitato in passato, ma trovo più spontaneo utilizzare gli animali come soggetto.

Scorrendo le immagini delle sue opere passate mi hanno colpito quelle di ambientazione africana. Che rapporto ha con quel continente?

Ho vissuto diversi anni in Costa d’Avorio: la visione della natura e dei paesaggi di quei luoghi mi ha profondamente colpita.

Dall’esterno sembrerebbe che la cultura giapponese e quella africana siano agli opposti. Com’è possibile farle coesistere?

A dire il vero, la cultura africana ha più legami con la cultura giapponese di quanti non ne abbia quella occidentale. Penso che un aspetto in comune molto influente sul nostro modo di pensare sia il panteismo, percepire la divinità in tutte le cose: da questo punto di vista, spesso avevo la sensazione di essere connessa alle popolazioni locali al punto di riuscire a comunicare con loro anche senza parole.

Asia, Europa, Africa – ha vissuto per molti anni all’estero. Questo la rende una vera e propria artista internazionale…

Vivere in Paesi diversi mi ha permesso di raccogliere nuovi spunti; invece di seguire fedelmente le strade tracciate dai Maestri giapponesi, ho cercato di cogliere aspetti nuovi derivanti dal viaggiare e ricevere stimoli insoliti, che ora sono parte integrante delle mie opere.

Vorrebbe dire qualcosa alle persone che leggeranno questa intervista?

Vi aspetto! La mostra “Il cielo di Parigi” è aperta a tutti e mi fa piacere ricevere quanti più commenti e reazioni differenti possibili, siete tutti i benvenuti!

 

Silvia Pagano