Yukio Mishima a 50 anni dalla sua morte

Il 25 novembre è stato l’anniversario della morte di un grande autore della letteratura giapponese: Kimitake Hiraoka, meglio noto come Yukio Mishima.

Egli nasce a Tokyo nel 1925 e viene cresciuto dall’amore ossessivo della nonna paterna, che gli trasmetterà la passione per la letteratura classica e il patriottismo tradizionalista giapponese.

Influenzato da tali radici, si iscrive alla Scuola dei Pari, dove apprende come diventare un soldato più che ricevere un’educazione vera e propria. Frequentando però il club letterario, Mishima approccerà per la prima volta la strada della scrittura che sarà a tutti gli effetti la sua ancora di salvezza. Negli anni Quaranta, dopo il diploma e una laurea in giurisprudenza, entra a far parte della scuola romantica e si impegna nella composizione della sua prima importante opera, “La foresta in fiore”, pubblicata nel ‘41 con lo pseudonimo che tutti conosciamo.

Yukio significa “nevoso”, mentre Mishima è una città situata tra il Fuji e il mare. Nella poesia classica e nella più generale cultura nipponica la neve è simbolo di una bellezza pura ed effimera, quella degli intenti che animano ogni impresa eroica, e della sincerità che contraddistinguono ognuna di queste.

Negli stessi anni, viene a contatto con molti volti noti del panorama letterario giapponese, primo fra tutti Yasunari Kawabata, premio Nobel nel 1968, con cui intreccerà uno stretto rapporto di maestro-allievo.

Le sue opere più famose sono certamente “Confessioni di una maschera”, primo racconto autobiografico del 1949, “Il padiglione d’oro” pubblicato nel 1956, “Trastulli di animali” del 1961 e “Il mio amico Hitler” del ‘68.

“Lo specchio degli inganni” è l'ultimo romanzo della quadrilogia “Il mare della fertilità”, di cui fanno parte anche “Neve di primavera”, “Cavalli in fuga” e “Il tempio dell'alba”. Essa costituisce, nel suo complesso, l'opera più matura e ambiziosa del celebre autore e viene pubblicata un anno prima della sua morte, altrettanto celebre in quanto simbolo della personalità di Mishima, da sempre ossessionato dall’idea della morte e dal suo ideale politico di patriottismo tradizionalista.

Nel 1970, infatti, insieme ai quattro più fidati discepoli occupa l'ufficio del ministero della difesa. Dal balcone dell'ufficio, di fronte a un migliaio di uomini del reggimento di fanteria, oltre che a giornali e televisioni, tenne il suo ultimo discorso esaltando lo spirito giapponese, identificato con l'Imperatore, e condannando la democrazia e l'occidentalizzazione del paese. Una volta giunto al termine, si toglie la vita tramite seppuku, il suicidio rituale dei samurai, trafiggendosi il ventre e facendosi poi decapitare.

Seppur Mishima rappresenti un personaggio storicamente controverso, è innegabile il fascino delle sue opere che lo hanno portato a essere l’autore giapponese più tradotto nel mondo e protagonista di film e documentari sulla sua vita.

Dopo 50 anni dalla sua morte, il suo mito riecheggia e numerosi sono le iniziative a suo nome e gli eventi a lui dedicati ancora oggi.

Potete trovarli nella sezione del nostro sito a questo link: https://www.giapponeinitalia.org/eventi/

 

Amanda De Luca


Penne del Sol Levante - Nipponia Nippon di Abe Kazushige

Benvenuti all’appuntamento con la rubrica letteraria Penne del Sol Levante! Oggi parliamo di uno scrittore ben poco conosciuto in Italia, ma già un colosso in Giappone, Abe Kazushige e il suo romanzo Nipponia Nippon.

Il libro narra la storia del diciottenne Toya Haruo, un ragazzo problematico e mentalmente squilibrato, che decide di escogitare un grande piano per uscire dall'anonimato di una vita insignificante. La sua idea è semplice quanto ben congeniata: raggiungere il Centro per la salvaguardia dell'ibis crestato giapponese (nome scientifico Nipponia Nippon) sull'isola di Sadogashima e liberare o sterminare gli ultimi esemplari rimasti. Le due alternative, diverse quanto efficaci, permangono vive nella sua mente fino agli ultimi giorni. Indeciso, Haruo, non sa come comportarsi con gli uccelli e l'unica sicurezza che ha è di voler cambiare l'ordine delle cose. Entrambe le soluzioni gli paiono ottimi metodi per diventare famoso, solo alla fine deciderà il destino degli ibis.

Haruo si sente molto legato, in via eccezionale, con questi volatili. Questo perché un giorno, quando frequentava ancora le medie, aveva scoperto che il primo carattere cinese del suo nome si poteva leggere anche come toki, altro nome dell'animale. Questa scoperta lo lega indissolubilmente agli ibis, si convince così che il loro destino sia unito e condiviso.
Seguono mesi oscuri in cui il piano si fa strada nella sua mente, fino a concretizzarsi sempre di più. Ormai Haruo vive da solo a Tokyo, allontanatosi forzatamente dalla cittadina natale e dai suoi genitori dopo un misterioso incidente scolastico. Il ragazzo, ritrovatosi completamente solo e isolato nel nuovo appartamento, inizierà a preparare il suo piano e il viaggio fino a Sadogashima, con puntualità e grande attenzione.

Ogni minimo dettaglio dovrà essere perfetto e lui prende in esame ogni inconveniente possibile, così da trovarsi preparato a tutte le evenienze. Decide anche una data ben precisa: il 14 ottobre, sei mesi dopo il suo diciottesimo compleanno. E' convinto che tutti lo saluteranno come un eroe, aprendo finalmente gli occhi di fronte a quella grande mistificazione che è la questione Nipponia Nippon, come lui l'ha soprannominata sul suo diario.

Se volete saperne di più sul romanzo e su Abe Kazushige venite a leggere la recensione completa su Penne d’Oriente! Buona lettura!

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Penne del Sol Levante - Il segreto della longevità di Junko Takahashi

Benvenuti alla rubrica settimanale Penne del Sol Levante, dedicata al mondo del libro in Giappone. Oggi parliamo di un saggio d’inchiesta, un testo composto da interviste, Il Segreto della longevità della giornalista Junko Takahashi, edito da DeAgostini.

L’autrice ha affrontato il tema degli ultracentenari in Giappone ( più di 65.000 nel 2016) attraverso le interviste, ed è così che scopriamo vite davvero straordinarie. Io sono rimasta letteralmente affascinata e sgomenta nel leggere di queste esistenze eccezionali. Come quella di Tsuneko Sasamoto, nata nel 1914 e prima fotoreporter giapponese negli anni '30, che opera e lavora ancora oggi. Di recente la sua ultima mostra fotografica ha richiamato visitatori da tutto il mondo. O ancora la storia di Hidekichi Miyazaki che, a 106 anni, detiene il primato mondiale nella sua categoria per i cento metri piani e può vantare trentadue medaglie d'oro ai campionati atletici asiatici e giapponesi. Saneyoshi Noh (98 anni) vive su un'isola dell'arcipelago Amami e coltiva il suo campo di canna da zucchero da un ettaro, senza l'ausilio di nessuno e con gioia, dalla mattino sino al tramonto. Tomishige Shimizu di 100 anni, appassionato di pesca e di pittura, si occupa della casa a tempo pieno e della moglie malata. Questi sono soltanto alcuni esempi di come vivano queste persone, la giornalista ha raccolto molte altre testimonianze sullo stile di vita degli ultracentenari. Quello che se ne deduce è che, infine, non esista un insieme di regole ferree o uno schema prestabilito da poter seguire per vivere in salute fino a cento anni. Non c’è alcuna posizione magica, ma soltanto un’insieme di comportamenti positivi, che sono assolutamente da imitare. Il rispetto per se stessi, per chi ci circonda e per la natura tutta, mangiare ciò che si vuole ma senza mai esagerare, trasformare ogni buona occasione della vita in un modo per migliorarsi, non arrendersi mai, pensare sempre positivo e non farsi trascinare a fondo dagli eventi tragici della vita. E questi ultracentenari lo sanno molto bene, hanno vissuto la seconda guerra mondiale, le bombe atomiche, l’occupazione americana, la recessione. Ma, tramite le loro parole, si capisce subito che non si sono mai dati per vinti, nemmeno nelle situazioni più disperate che si sono trovati ad affrontare.

Una frase che mi sono segnata e che mi ha colpito particolarmente è stata "Se si tenta si può fare tutto, se non si tenta non si può fare niente", pronunciata da Mieko Nagaoka (102 anni, annovera venticinque record mondiali e ventotto record nazionali per il nuoto, tutti presi dopo gli ottantacinque anni...tanto per dire!). Credo che questo motto riassuma perfettamente lo stile di vita, e sopratutto il modo di pensare, di questi uomini e donne straordinari. Ma, se volete saperne di più, venite a leggere la recensione completa su Penne d’Oriente. Buona lettura amici e..una lunga vita!

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Penne del Sol Levante - Il violoncellista Goshu e altri racconti

Benvenuti alla rubrica settimanale Penne del Sol Levante, oggi parliamo dell’autore classico Miyazawa Kenji e della sua raccolta di racconti.

Famoso per le sue storie dedicati ai bambini, ne ritroviamo alcune in questo libro. Ne Il violoncellista Goshu facciamo la conoscenza di un suonatore di violoncello, appunto, che suona nell’orchestra del paese. Purtroppo è negato a suonare e tutti lo deridono, tenendolo in disparte. Una sera,, tornato a casa dopo le prove, Goshu prosegue ad esercitarsi per ore e ore con l’intento di migliorarsi il più possibile. I suoi tentativi verranno però interrotti ripetutamente, notte dopo notte e da individui davvero inaspettati. La prima notte sarà la volta di un gatto maculato, poi di un cuculo, di un cucciolo di procione e infine di un topino di campagna. Tutti questi animali richiedono a Goshu, in un modo o nell’altro, di suonare per loro che sono grandi amanti del suo violoncello. Il finale inaspettato fa sorridere e per i bambini è una favola dal finale lieto.
Le altre due storie, Il bosco del Parco Kenju e Il generale della guardia del Nord e i tre fratelli medici raccontano rispettivamente di un bambino e di un importante soldato. Nel primo scritto conosciamo il piccolo Kenju che vuole a tutti i costi piantare centinaia di piantine di cedro nel parco sgombro vicino alla sua casa, in aperta campagna. La sua forza d’animo e il suo impegno verranno ripagati nel corso del tempo e anche decenni più tardi quel bosco rimarrà nel cuore di molti. L’ultimo testo, invece, ci narra l’arrivo nella città di Rayu di un grande generale. Questi, però, ha un grosso problema da risolvere: infatti non riesce più a scendere dal suo cavallo e per questo motivo cerca disperatamente l’ausilio di un dottore. Ne troverà ben tre ad aiutarlo!

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Mirabile particolarità delle edizioni La Vita Felice è il testo giapponese a fronte, per i fortunati che leggono questa lingua il testo sarà doppiamente soddisfacente. Per saperne di più su questa raccolta (non solo di favole, ma anche di poesie) venite su Penne d’Oriente. Grazie e vi auguro una buona lettura per tutta la settimana!

 

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Penne del Sol Levante - L'Impeccabile di Keigo Higashino

Buon weekend appassionati di letteratura giapponese! Oggi, nella rubrica Penne del Sol Levante, parliamo del giallista Keigo Higashino. Ho iniziato a raccontarvi di lui e del suo stile di recente, ma è uno degli autori contemporanei che apprezzo di più e ho deciso, oggi, di proporvi un altro dei suoi romanzi. Questa volta il libro, L’Impeccabile, fa parte della serie Galileo che vede come protagonisti indiscussi il detective Kusanagi e il professore scienziato Yukawa.

Tutto ha inizio con i coniugi Mashiba, Ayane e Yoshitaka. Il loro matrimonio è in frantumi, veleggia verso una fine banale e scontata quanto inevitabile. Lui infatti non concepisce il matrimonio senza figli e, visto che lei non può darglieli, decide di interrompere la loro unione. Ayane reagisce a questa presa di posizione con sgomento, curiosità e una certa indifferenza. Ben presto lo svolgimento della trama ci fa fare la conoscenza di un altro personaggio chiave della narrazione: Hiromi, giovane amica della coppia, studia presso il laboratorio artistico di Ayane ed è l’amante di Yoshitaka.

Dopo qualche tempo la signora Mashiba si reca a Sapporo per visitare la famiglia, proprio durante la sua assenza la stessa Hiromi trova il cadavere dell’amante nel salotto di casa. Era stata la stessa Ayane a lasciarle le chiavi, in caso di emergenza. La donna torna immediatamente a Tokyo, in preda allo sconforto. Il detective Kusanagi inizia ad indagare e la faccenda si rivela da subito più ingarbugliata del previsto. L’ipotesi del suicidio viene scartata, pare infatti che ci siano tracce di veleno nel sangue di Yoshitaka. La prima sospettata è Hiromi, ma ben presto e dopo averla conosciuta meglio Kusanagi la elimina subito dalla lista; al contempo la moglie della vittima era lontana centinaia di chilometri, il mistero sembra senza risoluzione.

Almeno finché non interverranno le ipotesi scientifiche e i suggerimenti originali dell’amico fidato e onnipresente del poliziotto, il professor Yukawa… ma se volete saperne di più venite a leggere la recensione completa su Penne d’Oriente! Buona lettura amici a voi!

 

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Penne del Sol Levante - Il Paese dei Desideri di Hara Tamiki

Benvenuti alla rubrica Penne del Sol Levante, dove parliamo di libri, scrittori e letteratura nipponica. L’argomento di oggi sarà una raccolta di racconti molto particolari, Il Paese dei desideri di Hara Tamiki, il massimo esponente della letteratura atomica.

Testimone diretto dello sgancio della bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto del 1945, questo autore ha cercato a lungo di risolvere le questioni morali relative alle conseguenze tragiche di quell’evento attraverso i suoi scritti, profondi e intimistici. Alle riflessioni sul quel giorno d’agosto si intrecciano, con impeto, quelle legate al dolore per la morte della moglie tanto amata, risalente a qualche mese prima. Questi due sono i cardini attorno a cui vengono costruiti questi racconti, di non semplice lettura. Servono infatti attenzione, pazienza, concentrazione e umiltà per affrontare la mente di Hara Tamiki.
I cinque scritti che ci propone (Labbra di fuoco, Sulle rive di una morte meravigliosa, Requiem, Il Paese dei desideri, Verde infinito) narrano di uomini persi, con mogli in fin di vita, circondati da figure senza contorni precisi, devastati dal dolore e dalla mancata comprensione del genere umano. Sono tantissime le domande che si accavallano nella narrazione inflessibile e ininterrotta di Tamiki: il mondo proseguirà nonostante la disumanità di eventi così tragici? Cosa sono gli uomini? Cosa significa sopravvivere? E’ davvero possibile farlo? Il mondo merita di andare avanti? Come si fa a sperare nel futuro, lasciandosi tutto alle spalle? Cos’è l’umanità? Come possono coesistere nel mondo bellezza e distruzione?

Questi interrogativi coinvolsero la coscienza e la mente di Tamiki davvero in profondità e lo tormentarono per tutto il resto della sua vita dopo la bomba, sino al suicidio nel 1951. Tentò in tutti i modi di rispondere a queste domande attraverso i suoi scritti e fu uno dei più grandi esaminatori della situazione dei sopravvissuti e della questione morale insita nello sgancio della bomba nel 1945. Questo libro è una prova tangibile dell’incoscienza dell’essere umano, e del suo naturale bisogno di comprendere.

Se volete saperne di più venite a leggere la recensione completa sul blog Penne d’Oriente. Buona giornata lettori!

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Penne del Sol Levante - La ragazza dell'altra riva di Mitsuyo Kakuta

Buongiorno cari amici, oggi per la rubrica di Penne del Sol Levante vi racconto un romanzo uscito da pochi mesi in Italia: La ragazza dell’altra riva di Mitsuyo Kakuta.
Le protagoniste sono due donne che non potrebbero condurre vite più diverse. Sayoko è sposata e ha una figlia piccola, Akari, con cui passa le sue giornate; trascina i giorni trasferendosi da un parco giochi all’altro per evitare di dover far amicizia con le altre madri, che si uniscono in gruppetti chiusi. Akari, introversa quanto lei, non riesce mai a farsi degli amici e gioca sempre da sola. Sayoko non sopporta più questa situazione e decide di trovarsi un lavoro, così da avere una buona scusa per mandare la bambina all’asilo dove finalmente potrà interagire con i suoi coetanei. Così si mette a spulciare gli annunci lavorativi, va a diversi colloqui ma nessuno pare volerla assumere visto che è una casalinga e non ha capacità particolari.
Finché non incontra Aoi, giovane donna in carriera a capo di una piccola società di pulizie e viaggi. Fin da subito si intuisce che l’organizzazione interna dell’azienda è confusa e che Aoi spesso vive alla giornata, reinventandosi a seconda dell’affare migliore. Le due donne fanno da subito amicizia e Sayoko inizia a lavorare per lei come donna delle pulizie, nonostante le discussioni asfissianti con il marito e la suocera.
Ai capitoli dedicati al presente di questa piccola azienda si intervallano quelli dove ci viene narrata l’adolescenza turbolenta di Aoi, che scopriremo poi intrecciarsi inconsapevolmente con quella di Sayoko.

L’autrice, Mitsuyo Kakuta, non è una voce del tutto inedita nel panorama italiano. Nel 2014 infatti era uscito il suo primo libro tradotto in italiano (in realtà in Giappone è un nome molto conosciuto e i suoi romanzi e racconti hanno già vinto tutti i premi letterari più prestigiosi del paese). L’avevo letto, e presto ve ne parlerò, ma non mi aveva colpito come questo. Stavolta sono stata ammaliata dalla sua scrittura e da questi due personaggi di donne che tentano di costruirsi un Io, un’indipendenza d’animo rispetto ai doveri e alla società che le circonda.
Un romanzo in cui mi sono ritrovata molto, ma se volete saperne di più trovate la recensione completa su Penne d’Oriente. Buona lettura!

Penne del Sol Levante - Sei Quattro di Hideo Yokoyama

Buon weekend lettori, bentornati alla nostra rubrica letteraria. Oggi vi parlo di un giallo poliziesco molto particolare, uscito in Italia l’anno scorso, Sei Quattro di Hideo Yokoyama.

Tutto ruota intorno alla figura del poliziotto Mikami, assegnato alla sezione dedicata ai rapporti con i giornalisti. Proveniente dal reparto investigativo veste malamente i panni di addetto stampa, si sente declassato e sogna di poter ritornare al suo vecchio incarico. Nel frattempo, ad esacerbare la situazione, si creano situazioni spiacevoli con i giornalisti e Mikami viene coinvolto, suo malgrado, in un caso del tutto particolare.

Il capo della Polizia, infatti, sta organizzando una visita in città per incontrare Amamiya Yoshio, testimone di un vecchio caso risalente a quattordici anni prima. Il rapimento di sua figlia, una bambina di sette anni di nome Shoko, rimasto insoluto dopo che il rapitore era riuscito a prelevare il riscatto. Il cadavere della bimba era stato ritrovato poche ore più tardi e la polizia non possedeva alcun indizio per individuare il colpevole. Per la famiglia era stato un colpo senza ritorno.
Quando Mikami si reca dall’uomo per organizzare l’incontro con il capo della Polizia, Amamiya Yoshio gli dice che non c’è alcun bisogno di farlo. Si evince chiaramente che è successo qualcosa ai tempi del rapimento finito male, cosa si nasconde nei rapporti dei poliziotti della squadra mobile che si occupavano del caso? Qualcuno sta nascondendo qualcosa, ma cosa? Chi ne è responsabile? E perché sembra ci sia un altro poliziotto che indaga e precede il protagonista presso tutti i testimoni?

A questa situazione d’incertezza e confusione si aggiunge la scomparsa improvvisa della figlia di Mikami, Ayumi, un’adolescente problematica sparita nel nulla senza lasciare traccia. I poliziotti di tutto il Giappone la stanno cercando senza sosta, senza successo. Le telefonate mute che ricevono i coniugi Mikami turbano le loro nottate e condizionano ogni azione alla luce del sole. E' Ayumi che chiama? Perché non parla? Dove si trova?

 

 

Ci troviamo di fronte a un romanzo giallo-poliziesco sui generis, dalla trama fitta e intimistica. Sono le riflessioni personali del protagonista ad accompagnarci per tutta la storia, piuttosto che le classiche indagini poliziesche. Se volete saperne di più venite a leggere la recensione completa su Penne d’Oriente. Buona lettura!


Penne del Sol Levante - La voce delle onde di Yukio Mishima

Bentornati alla rubrica Penne del Sol levante, oggi vi parlo di un mostro sacro della letteratura nipponica, Yukio Mishima e del suo romanzo La voce delle onde.

Forse non uno dei più famosi tra tutti quelli che ha composto, ma sicuramente il mio preferito fino ad ora.

È la storia di due giovani pescatori, Shinji e Hatsue, che vivono a Uta-jima, anche chiamata Isola del canto dai suoi pochi abitanti. I due ragazzi conducono esistenze semplici, dipendenti dal mare e dai suoi capricci. Lui, Shinji, ha appena diciotto anni e vive con la madre e il fratellino; lavora ogni giorno su un’imbarcazione da pesca a motore, alla ricerca di pesci e molluschi. Lei fa la pescatrice di perle ed è la figlia dell’uomo più ricco dell’isola. La loro storia si consumerà al santuario di Yashiro, dedicato al dio del mare, che sovrasta l’isola dal crinale più alto.

I due s’incontrano per caso un tardo pomeriggio, lui è appena sbarcato dalla nave dopo una lunga giornata lontano dalla terraferma. Intravede un volto nuovo vicino a una catasta di attrezzi, è la giovane che si riposa ascoltando il rumore delle onde. Dall’incontro si dipanerà una vicenda d’amore, tragica e dolce; altri personaggi entreranno a far parte della storia, modificandone le sorti nel bene e nel male.

Yukio Mishima è ormai considerato uno degli scrittori classici della letteratura giapponese, ma a mio parere la sua volontà di indagare nell’animo umano, le azioni e i comportamenti dei suoi personaggi, la sua capacità di scavare nell’inconscio e mettere a nudo l’aspetto psicologico dei protagonisti dei suoi romanzi, lo avvicinano ad alcuni degli autori contemporanei di maggiore successo. Questo è ciò che caratterizza il suo stile e ciò che più mi colpisce, ogni volta, quando leggo i suoi scritti. Questo romanzo in particolare non fa eccezione e l’autore focalizza la sua bravura nell’esporci le conseguenze più intime di questo incontro fortuito tra Shinji e Hatsue.

Sperando di avervi incuriosito, vi lascio alla recensione completa su Penne d’Oriente.

Buona lettura!


Radio

Penne del Sol Levante - Radio Imagination di Seiko Ito

Buongiorno lettori, ben tornati alla rubrica Penne del Sol Levante. Oggi vi racconto un libro unico nel suo genere, una storia fantasiosa ma iperealistica al tempo stesso. Vi presento Radio Imagination di Seiko Ito, edito da Neri Pozza.

Il romanzo è scritto in prima persona da un uomo imprigionato sulla cima di una cryptomeria giapponese, un albero sempreverde della famiglia dei cipressi. Il protagonista, che si darà il nome di DJ Ark, inizia a raccontare aneddoti ed eventi della sua vita come un vero e proprio speaker radiofonico. Tanto che ribattezza la sua radio Imagination. Al lettore, ma anche allo stesso DJ, è fin da subito chiaro che c’è qualcosa che non va nella sua stramba situazione: intanto non ha idea di come possa essere finito su un albero, né d’altro canto il motivo che lo tiene legato proprio lì. Lui però parla e racconta senza sosta al vuoto cosmico che lo circonda, alle persone che forse lo ascoltano...e in effetti un giorno iniziano ad arrivare delle “telefonate” a questa radio evanescente e immaginifica.

Persone, voci, intervengono e raccontano la loro vita, cosa gli è successo, perché si sono ritrovate d’improvviso a sentire Radio Imagination. Il romanzo da monologo si trasforma in coro.
Il mistero verrà svelato più avanti, grazie a una curiosa telefonata che renderà chiaro a tutti ciò che è già intuibile e lampante nel corso della lettura del romanzo di Seiko Ito.


Questo libro si inserisce benissimo in quella categoria di genere giapponese che io individuo nel post tragedia del marzo 2011, quando si susseguirono il terremoto, lo tsunami e la catastrofe nucleare della centrale di Fukushima. Come si può ben immaginare è stato un periodo terribile per i giapponesi (e non solo) e più autori hanno cercato di parlarne, nei modi più svariati. In questo caso la volontà è quella di pacificare gli spiriti dei tanti morti subiti dal paese e d’altra parte anche quella di accompagnare i vivi verso un futuro che ancora può e deve esistere, nonostante il dolore. A suo modo, e per questo motivo, è un libro che merita attenzione.
Nella speranza di avervi incuriosito, vi lascio con la recensione completa su Penne d’Oriente. Buon fine settimana!