Giardini giapponesi: l’arte di migliorare la natura (1)

Introduzione

I giardini giapponesi sono frequentemente apprezzati perché incarnano l’atteggiamento di armonia e rispetto verso la natura, riflesso nel loro aspetto informale e “naturale”. Ad esempio, un commentatore trova nei giardini giapponesi “un atteggiamento di umiltà e di profondo rispetto per i materiali”, mentre un altro vede in essi “la partnership dell’uomo con la natura”. Queste osservazioni sono fatte in raffronto ai giardini formali occidentali, che sono caratterizzati da una rigida simmetria, motivi geometrici e ordine rigoroso. Il design risultante nei giardini formali occidentali rivela chiaramente l’opera dell’uomo, interpretata comunemente come l’atteggiamento del dominio umano sulla natura, in contrasto con i giardini giapponesi.

Sotto un certo punto di vista, questo presunto contrasto fra i giardini giapponesi e i giardini formali occidentali può essere fuorviante. L’apparenza cosiddetta naturale dei giardini giapponesi non significa che poca attività umana sia coinvolta nella loro produzione o manutenzione. Non importa quanto “naturali” possano apparire i giardini giapponesi, sono comunque i prodotti dell’artificio umano, che risulta dalla modifica estensiva e dalla manipolazione della natura. Semplicemente in virtù del fatto di essere giardini invece che tratti di natura incontaminata, sia i giardini giapponesi che i giardini formali occidentali condividono lo stesso obiettivo: rappresentare un’immagine ideale della natura, migliorandola da come esiste nel suo stato intatto. Sono creati per comunicare la natura nella sua forma ideale, qualcosa che la natura non riesce a realizzare da sola. A tale riguardo, la differenza negli stili dei giardini è relativamente insignificante perché un qualsiasi giardino, secondo un commentatore, “rimane una dichiarazione di potenza” nella misura in cui la sua arte consiste nel ridisporre e riformare gli oggetti naturali per conseguire un fine desiderato.

Comunque, all’interno del regno dei giardini, c’è la sensazione per cui il modo giapponese di realizzare i giardini rispetti la natura in maniera unica e specifica, a differenza dal modo in cui i giardini formali occidentali rappresentano una natura idealizzata. La differenza fra essi non è semplicemente che il primo manchi di quelle caratteristiche come la rigida geometria e la severa simmetria che sono importanti per il secondo. I giardini giapponesi, se evitano la simmetria o il design geometri, sono formati da alberi meticolosamente potati e da pietre artisticamente disposte. È precisamente attraverso la manipolazione dei materiali naturali che si ritiene che la natura si esprima in maniera più eloquente nei giardini giapponesi che nella natura incontaminata. Nonostante la varietà degli stili dei giardini giapponesi e di alcune importanti dispute in tutta la storia di questa forma artistica in Giappone, sostengo che c’è una maniera coerente in cui la natura è messa in grado di articolarsi potentemente nei giardini giapponesi. In quello che segue, discuterò specificatamente come si ode la voce della natura più chiaramente e con più forza nei giardini giapponesi mediante l’estesa modifica dei materiali naturali.

Saitō Yuriko

Liberamente tradotto da Mariella Minna da Chanoyu Quaterly N. 83