L’età delle riviste – Guida al Milano Manga Festival

L’età delle riviste

Dall’installazione che troviamo al centro della mostra “200 anni di storia di arte manga” ci rendiamo conto delle cifre capogiro delle pubblicazioni manga vendute ogni anno. Il Giappone è il primo consumatore di fumetti, ma l’editoria relativa ai manga si è diffusa globalmente contribuendo a costituire una cultura pop senza confini. I fumetti e gli anime sono diventati una sorta di riferimento generazionale. Coloro che soprattutto negli anni ’70 e ’80 sono cresciuti leggendo manga o guardando anime condividono gli stessi ricordi legati all’infanzia, nonostante siano vissuti in nazioni differenti. Ma come potrebbe essere diverso?
La popolarità dei manga è dovuta a vari fattori. A facilitare la loro diffusione è certamente il loro basso costo di produzione ed il fatto di essere pubblicabili in serie. A mio parere il segreto del successo dei manga è dato soprattutto dal fatto che spesso riflettono come uno specchio le paure e i fantasmi della società contemporanea oppure offrono una via di fuga dalle restrizioni sociali quotidiane, mettendo in risalto un mondo di sentimenti e interiorità che altrimenti resterebbe celato.
I disegni e la grafica sono l’aspetto preponderante, mentre i testi sono minimalisti. Sono fatti per essere letti rapidamente, per esempio sui treni del metrò. I messaggi contenuti nei racconti arrivano immediati al lettore. Per un giapponese sono un atto quotidiano: non a caso il successo delle riviste manga è decollato quando per la prima volta furono messi in vendita nei chioschi presso le stazioni. In Giappone, al contrario dei paesi occidentali, sono considerati dei veri e propri mass media che possono veicolare messaggi di ogni genere dalla pubblicità, alla critica sociale fino ad arrivare al dibattito sui benefici dati dal progresso tecnologico.
Le riviste manga sono composte da varie storie a puntate, il cui successo è decretato dal gradimento degli stessi lettori. Se la vicenda piace, la sua pubblicazione continua, altrimenti viene spietatamente eliminata. Sistema forse crudele, ma che garantisce un costante successo delle vendite. La richiesta di nuove storie è sempre pressante. In un giornale giapponese ogni episodio è composto da venticinque tavole, mentre in Europa un disegnatore realizza in media settantadue tavole all’anno, un mangaka giapponese ne deve produrre più di duemilatrecento. Ritmi lavorativi impensabili in occidente. I bambini giapponesi che sanno disegnare bene diventano subito molto popolari a scuola, allo stesso modo i mangaka in Giappone sono delle vere e proprie star, a volte inavvicinabili dai propri fan. La loro capacità di cogliere le tendenze della propria epoca e di tradurle in vicende manga è il segreto del loro successo.

Paola Raverdino
Guida turistica
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