Kyo Jitsu nello Zen Shiatsu

La diagnosi e il trattamento secondo lo Zen Shiatsu di Masunaga si basano sul concetto di Kyo e Jitsu, concetto che esprime l’interazione di qualità opposte e contrastanti dell’energia.

Ogni persona in ogni momento della vita presenta delle alterazioni perché il processo del vivere non è costante, è fatto di cambiamenti, attraverso i quali troviamo soluzioni per stare meglio con noi stessi e con gli altri.

Queste alterazioni sono definite Kyo e Jitsu.

La vita è un processo di continuo cambiamento e trasformazione nel quale “l’equilibrio perfetto” è sostenibile solo per attimi.

Quando parliamo di Kyo e di Jitsu parliamo del movimento della vita.

Il Kyo è un vuoto, un bisogno; per il Kyo possiamo parlare di carenza o non sufficiente presenza di qualcosa.

Il Jitsu è l’evidenza, lo protuberanza, lo stimolo a soddisfare o compensare il bisogno.

La percezione del kyo a livello di pressione fisica si percepisce in diversi modi: come sensazione di vuoto, di attrazione, di mollezza, mentre il punto jitsu generalmente respinge e le impressioni sensoriali sono per esempio di durezza, impenetrabilità, contrazione, rilievo, fastidio.

In queste zone che corrispondono ai meridiani energetici, e di conseguenza agli organi, si può avvertire tensione, gonfiore, resistenza, forza, calore, disagio o fastidio alla pressione oppure al contrario sentire una zona molle, nessuna resistenza, come un buco, freddo, nessuna reazione, debolezza.

Nel primo caso la funzione corrispondente è considerata in iper funzionamento, carica, sotto sforzo e l’attenzione della persona è soprattutto in quella zona; nel secondo caso c’è un ipofunzionamento, carenza di energia e la funzione è come dimenticata.

Come yin e yang, parlando di qualità energetica, anche kyo e jitsu vivono in un rapporto di complementarietà e sono due aspetti che possiamo trovare in tutto il corpo umano.

È importante anche sottolineare che kyo e jitsu non implicano necessariamente la malattia ma sono parte del quadro energetico di quella persona che si può manifestare non solo sottoforma di sintomi fisici ma per esempio come stati d’animo passeggeri, o comportamenti che cambiano.

Elisabetta Joshin Galani