Una corretta informazione sul tè giapponese

Che succede nel mondo del tè? Qualche settimana fa è stata rilevata una anomalia nei livelli di cesio di un carico di tè verde giapponese destinato alla Francia e per questo sono precauzionalmente state completamente bloccate le esportazioni di tè dal Giappone riferite al raccolto di quest’anno.

La notizia ha scatenato una ridda di commenti scomposti e molti fraintendimenti, che l’Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi ha piacere di chiarire grazie anche al supporto del prof. Marco Bertona, presidente dell’Associazione Italiana Degustatori e Maestri di Tè.

Smentite documentate a una certa forma di bieco terrorismo mediatico sono già state ampiamente prodotte e rimandiamo i lettori interessati ai dettagli a questo esauriente articolo specializzato.

Senza dunque entrare in merito a questioni tecniche tipo il reale livello di cesio presente in quella particolare partita di tè, di poco superiore allo standard, o alle gigantesche quantità di bevanda che si dovrebbero consumare prima che un essere umano possa in qualche modo realmente risentirne, AIRG preferisce rivolgersi a degli esperti che possano fornire dei reali spunti per una pacata riflessione in merito.

Prima di tutto il tè verde giapponese attualmente in commercio in Italia, come nel resto del mondo, è quello prodotto nelle annate precedenti al 2011; quello più fresco si riferisce alla raccolta del 2010, dunque sia negli acquisti al dettaglio sia per il tè servito nei ristoranti, il prof. Bertona assicura che per il consumatore finale al momento non ci sono assolutamente problemi di alcun genere.

Il blocco totale delle importazioni, spiega il prof. Bertona, è una misura cautelare che forse pecca un po’ in eccesso di prudenza, ad ogni modo esistono in Europa ampie scorte di tè giapponese del 2010, quindi non si profila un’emergenza immediata.

Un ulteriore argomento di riflessione ci viene dall’articolo sulla storia del consumo del tè in Giappone che inizialmente era stato importato nel Paese del Sol Levante dalla Cina. Ancora oggi vengono prodotte in Cina eccellenti qualità di tè verde, molto apprezzate e comunemente importate anche dai Giapponesi, anche perchè, come è noto, il territorio nipponico coltivato a tè è meno vasto di quanto richiederebbe la domanda di consumo, particolarmente sviluppata nel Paese sia per gusto che per tradizione.

Chi frequenta con passione i ristoranti di cucina giapponese e ne apprezza la squisita armonia, sa bene che chef e ristoratori sono orgogliosi di poter offrire ogni giorno ingredienti freschi di origine giapponese o prodotti secondo i severi standard di qualità giapponesi. E raramente, in questo senso, le cucine nipponiche ospitano degli alimenti prodotti in Cina.

Il tè invece è una consapevole, storica e colta eccezione alla “regola non scritta” che considera mediamente i prodotti alimentari cinesi di qualità inferiore rispetto a quelli giapponesi. Dunque, se non venissero riviste per lungo tempo le decisioni sull’importazione dal Giappone alla luce di nuove rassicuranti valutazioni, avremo semplicemente modo di cominciare a degustare nei ristoranti giapponesi anche alcune eccellenti varietà di tè verde cinese…
Annalena De Bortoli

Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi
la foto è tratta da: www.teaway.it