Articolo: “”Grani di pace” da Guinnes: un messaggio di speranza al mondo attraverso l’arte”

A forma di orizuru, la simbolica gru di carta giapponese, l’installazione è candidata al libro dei primati come la più grande e unica opera collettiva certificata.

Mentre in Europa si andava addensando lo spettro di una guerra nucleare, la “Statua della Pace” di Hiroshima ha suggerito alla Fondazione Made in Sicily di riprendere e attualizzare il simbolo della gru di carta, che ne è il cuore, realizzando l’opera d’arte collettiva “Grani di pace”, composta da chicchi di riso in ceramica, che formano appunto un orizuru, la gru di carta. Il riso è simbolo di nutrimento e vita.

A metà ottobre “Grani di pace”, potente immagine di un ideale ponte tra culture – italiana e giapponese -, ha raggiunto il record di 1000 chicchi, apposti uno dopo l’altro da persone provenienti da ogni latitudine. L’ultimo lo ha aggiunto l’arcivescovo di Palermo mons. Corrado Lorefice, la settimana scorsa. Ora la candidatura al Guinness World Records, come prima opera collettiva certificata (i partecipanti sono stati fotografati nell’atto della deposizione del proprio chicco), contribuisce a fare del nostro Paese il centro propulsore di un forte messaggio di speranza. L’installazione sarà itinerante, insieme alle foto di ogni singolo contributo e del libro con le firme dei partecipanti (Libro della Pace) che l’artista palermitana Veronica Mancuso ha corredato di una copertina in ceramica.

Tutta l’iniziativa si deve alla Fondazione Made in Sicily, impegnata nel trasformare la memoria e la tradizione della Sicilia in strumenti e occasioni di dialogo internazionale, tra arte, design, artigianato e innovazione. I chicchi erano stati realizzati dagli studenti del liceo artistico Ciro Esposito di Santo Stefano di Camastra (ME), fusi con smalto cristallino e kintsugi dorato dall’artista giapponese Aya Oguma. Il kintsugi è l’arte giapponese di riparare con l’oro la ceramica. Mani straniere, di Paesi distanti migliaia di chilometri, ma in congiunzione fraterna, non hanno creato barriere ma profondi legami. ‘Grani di Pace’ è una pietra miliare nel progetto della Fondazione dal titolo “Kizuna: crepe che uniscono popoli – Kintsugi tra Sicilia e Giappone”, che vede la partecipazione di artisti siciliani tra i più noti al mondo, come il maestro di ceramica Domenico Boscia, e di tanti artisti siciliani, italiani, (Joe Manganello, Vincenzo Bonfante, Giuliana Di Franco) e giapponesi (Nakajima Hiroyuki, Ryoku) di chiara fama, desiderosi di alimentare il Kizuna, parola giapponese che significa legame tenace, in questo caso tra i tra popoli, un legame non dato dalla vicinanza fisica quanto piuttosto da un’unione nutrita di riconoscimento, affetto, amicizia e che implica reciproca assunzione di responsabilità.

La Fondazione Made in Sicily è nata il 9 maggio 2025, giorno dell’arrivo a Palermo della nave scuola della Marina Militare Vespucci, in tour promozionale del Made in Italy. E proprio la Vespucci ha avuto un ruolo fondamentale nella sua ispirazione. Caso o destino? Giovanni Callea e Davide Morici lavorano nel campo della promozione dei prodotti siciliani all’estero: per loro, però, non è mai stato solo business, ma una questione di vero amore per la propria terra, e questo approccio li ha portati a imbattersi in personaggi eccezionali. Occorre tornare indietro, al tempo del tour mondiale della Vespucci, che ha circumnavigato il globo in 20 mesi, toccando 28 Paesi e 35 porti nei 5 continenti con l’obiettivo di svolgere attività di formazione per gli allievi ufficiali, sostenendo al contempo l’eccellenza italiana (Made in Italy). Callea e Morici, in concomitanza con le tappe della nave negli Usa, organizzavano per conto del Consolato Generale d’Italia prima, e in collaborazione con Enit successivamente, eventi di valorizzazione dei prodotti e della cultura siciliana, incontrando i siciliani emigrati più rappresentativi dell’isola e scoprendo quanto le radici italiane e siciliane siano ancora sentite appassionatamente, anche dalle nuove generazioni. Da quell’esperienza è emerso il tema delle ‘Radici’, quale legame spontaneo e fecondo tra popoli lontani. Dalla promozione di prodotti per il consorzio a quella delle persone con la Fondazione, il passo è stato breve e rapido.

 

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