Tanabata: le diverse interpretazioni del Festival delle Stelle

Ogni anno, in estate, il Giappone si trasforma in un tripudio di colori, luci e desideri: si tratta della festa del Tanabata, letteralmente “la notte del settimo giorno”, conosciuta anche come Festival delle Stelle.

Celebrata tradizionalmente il 7 luglio, Tanabata si svolge in alcune regioni anche il 7 agosto, secondo il calendario lunare. Nella tradizione giapponese, infatti, molte festività ricorrono in date in cui il numero del giorno coincide con quello del mese: ad esempio, il 3 marzo si celebra lo Hina Matsuri (Festa delle Bambole), il 5 maggio il Kodomo no Hi (Giornata dei Bambini), il 7 luglio il Tanabata e così via.

Qualunque sia la data, la magia resta la stessa: città grandi e piccole si riempiono di installazioni artistiche in carta, lanterne fluttuanti, bancarelle di prelibatezze tipiche e desideri scritti su tanzaku, strisce colorate appese a canne di bambù e affidate al vento. Questi piccoli fogli di carta colorata si ricoprono di sogni di fortuna, salute, successo negli studi o nel lavoro, ma soprattutto d'amore, tema centrale di questa celebrazione. 

A rendere davvero unica questa celebrazione, però, è la sua adattabilità alle tradizioni locali, dando vita a festival (matsuri) tanto diversi quanto straordinari. Scopriamo quindi tre degli eventi Tanabata più iconici e originali del Paese!

Sendai Tanabata Matsuri

Tra i festival più celebri spicca senza dubbio quello di Sendai, vivace centro urbano nella prefettura di Miyagi. Qui, Tanabata si celebra dal 6 all’8 agosto con un evento che attira ogni anno oltre due milioni di visitatori, grazie alla raffinatezza e alla cura artigianale che lo contraddistinguono.

Le origini di questo festival risalgono al periodo Edo (1603–1868), quando fu introdotto nella regione dal signore feudale (daimyō) Date Masamune. Da allora, le vie commerciali della città si trasformano ogni anno in una galleria a cielo aperto, riempiendosi di migliaia di decorazioni realizzate in washi (letteralmente “carta giapponese”), lunghe anche diversi metri e apprezzate per il loro valore artistico.

Le strisce colorate vengono fabbricate a mano da famiglie, scuole o aziende, e sono contraddistinte da motivi tradizionali o simbolici che sfruttano la natura traslucida del materiale. Ogni decorazione è diversa, ma tutte contribuiscono a creare un’atmosfera visiva di rara bellezza.

Le celebrazioni iniziano ufficialmente la sera del 5 agosto con un suggestivo spettacolo pirotecnico, durante il quale si può ammirare la poesia dei fuochi d’artificio giapponesi (hanabi, letteralmente “fiori di fuoco”). La serata è arricchita da eventi culturali, laboratori creativi e musica dal vivo, mentre gli spettatori possono assaggiare diverse specialità regionali, passeggiando tra le bancarelle.

Tra le vie addobbate e l’allegro vociare delle folle, Tanabata a Sendai non è solo un evento a cui assistere, ma una vera e propria esperienza nella quale immergersi: una celebrazione sentita da tutta la comunità, che partecipa attivamente all’allestimento dei quartieri.

Shonan Hiratsuka Tanabata Matsuri

Ogni estate, nella città costiera di Hiratsuka, non lontano da Tokyo, si celebra uno degli eventi più spettacolari e partecipati della regione del Kantō, capace di attirare quasi due milioni di visitatori in soli tre giorni.
Celebrato tra il 4 e il 6 luglio, lo Shonan Hiratsuka Tanabata Festival trasforma il centro cittadino in un grande palcoscenico a cielo aperto, dove la tradizione incontra la vivacità della festa popolare.

A caratterizzare l’evento sono principalmente le maestose decorazioni sospese lungo le gallerie commerciali e le strade della città: enormi stelle filanti colorate (fukinagashi), realizzate in carta, pendono da sfere ornamentali chiamate kusudama (letteralmente “palla medicinale”), composte da unità geometriche ispirate alla dalia e introdotte come ornamento tipico nei festival Tanabata nel 1946.

Durante i tre giorni del festival, la città ospita inoltre cerimonie tradizionali, spettacoli dal vivo, una parata con carri allegorici e decine di bancarelle che offrono street food e prodotti locali. Tra le attrazioni più attese figura la grande processione di mille danzatori in yukata, che percorrono le vie della città al ritmo di musiche tradizionali. Intorno alla stazione di Hiratsuka, inoltre, si snodano palchi con performance per tutti i gusti: dal teatro giapponese alle esibizioni pop, passando per dimostrazioni di arti marziali e musica folk.

Negli ultimi anni, grazie alla crescente popolarità dell’evento, si è persino diffusa l’usanza di celebrarvi matrimoni in stile Tanabata, ispirati alla romantica leggenda alla base della festività. I protagonisti del mito sono infatti due amanti, la principessa tessitrice Orihime e il pastore celeste Hikoboshi, i quali, separati dalla Via Lattea, possono riunirsi soltanto in occasione della settima notte del settimo mese: chi desiderasse conoscere meglio questa affascinante storia, può trovare maggiori informazioni all'interno di un precedente approfondimento sul nostro blog. 

Asagaya Tanabata Matsuri

Nel cuore pulsante di Tokyo, il quartiere bohémien di Asagaya si trasforma durante i primi giorni di luglio in un universo colorato e fiabesco per accogliere uno dei festival Tanabata più originali dell’arcipelago. Questa consuetudine nacque nel 1954, su iniziativa dei commercianti locali, con l’obiettivo di rivitalizzare il quartiere commerciale durante i mesi estivi, solitamente caratterizzati da un calo delle vendite a causa del caldo.

Oggi, lo Asagaya Pearl Center, la lunga galleria coperta che si estende dall’uscita sud della stazione, diventa un punto di riferimento immancabile per chi visita Tokyo in estate. In occasione del Tanabata, infatti, vengono appese al soffitto numerosissime haribote, enormi sculture in cartapesta. Queste creazioni rappresentano una vera e propria esplosione di creatività: personaggi dei cartoni animati, figure della cultura pop, creature fantastiche e persino satira sociale si mescolano in una parata sospesa che affascina adulti e bambini.

Ogni haribote è unica, spesso realizzata a mano da commercianti, scuole elementari, asili, gruppi locali e artisti che partecipano a concorsi pubblici. I temi cambiano ogni anno e seguono le tendenze del momento, rendendo il festival un’originale testimonianza della società giapponese contemporanea. Una delle particolarità più affascinanti di questo festival è inoltre la possibilità di assistere alla creazione delle decorazioni: circa dieci giorni prima dell’inizio dell’evento, al termine dell’orario di apertura dei negozi, è possibile vedere gli abitanti del quartiere intenti a costruire le loro opere davanti alle botteghe.

Durante il festival, infine, le strade di Asagaya si animano con bancarelle di street food, pesca yo-yo e una grande varietà di giochi per bambini, contribuendo a creare un’atmosfera familiare, coinvolgente e giocosa.


Il fascino del Tanabata risiede nella sua capacità di unire poesia e partecipazione popolare, folklore e innovazione, raccogliendo intorno a sé intere comunità. Che ci si trovi sotto alle raffinate decorazioni di Sendai, tra le coreografie festose di Hiratsuka o in mezzo alle sculture pop di Asagaya, l’obiettivo del festival resta lo stesso: celebrare l’amore, la speranza e il sogno.

 


Speciale Tanabata 2025: sei modi per celebrare la Festa delle Stelle in Italia

Speciale Tanabata 2025: sei modi per celebrare la Festa delle Stelle in Italia

Il 7 luglio di ogni anno, in Giappone si celebra il Tanabata, conosciuto anche come “Festa delle Stelle Innamorate”. Quest'antica tradizione affonda le sue radici in una leggenda, la quale narra la storia della principessa tessitrice Orihime e del pastore celeste Hikoboshi. I due personaggi rappresentano due stelle - Vega e Altair - che possono incontrarsi soltanto una volta l’anno, proprio nella settima notte (significato letterale di tanabata 七夕, ndr) del settimo mese.

Orihime, figlia del dio del cielo, è una talentuosa tessitrice che intreccia le nuvole; Hikoboshi è un pastore che conduce il suo gregge tra le stelle. Secondo la leggenda, il loro amore fu così profondo da far trascurare loro i rispettivi doveri, spingendo il padre di Orihime a separarli interponendo fra loro la Via Lattea, una barriera invisibile nel mezzo del cielo. Solo una volta l'anno, grazie alla clemenza divina, è loro concesso attraversare questo confine e riunirsi.

Tanabata è molto più di una semplice festa: è il momento in cui speranza, desideri e legami si intrecciano sotto il cielo estivo. In Giappone, è consuetudine scrivere i propri desideri su sottili strisce di carta colorata chiamate tanzaku, le quali vengono appese ai rami di bambù nella speranza che il vento le porti lontano, trasformando i sogni in realtà.

Anche in Italia questa tradizione affascina e coinvolge sempre più persone. Dal nord al centro, città e luoghi di cultura ospitano eventi che reinterpretano il Tanabata attraverso leggende, laboratori, momenti di riflessione e celebrazioni condivise. Questo speciale presenta sei appuntamenti imperdibili per vivere la magia delle stelle innamorate anche qui, sotto il cielo italiano.

Tanabata al Planetario - Milano

Il 7 luglio 2025, il Civico Planetario Ulrico Hoepli di Milano celebra il Tanabata con uno spettacolo dal titolo suggestivo “La festa delle stelle innamorate - tra miti celesti e armonia giapponese”. L’evento nasce dalla volontà di unire scienza e mito, raccontando la leggenda di Orihime e Hikoboshi attraverso un affascinante viaggio tra le stelle. La serata prevede una narrazione coinvolgente che introduce i partecipanti al significato profondo di questa festa, illustrando le costellazioni di Vega e Altair, le stelle a cui sono associati i protagonisti della storia.

Attraverso proiezioni al planetario, sarà possibile osservare il cielo notturno e capire come, secondo la tradizione, la Via Lattea divida queste due stelle innamorate, permettendo loro di incontrarsi solo in una notte all'anno. Oltre all'esperienza astronomica, la serata prevede momenti di riflessione e la possibilità per il pubblico di scrivere i propri desideri su tanzaku da appendere a un ramo di bambù, in linea con l’usanza giapponese. L’evento rappresenta un’occasione unica per vivere il Tanabata in un contesto culturale e scientifico, immersi in un’atmosfera sospesa tra realtà e leggenda.

Tanabata per bambini in Biblioteca - Bologna

La Biblioteca Salaborsa Ragazzi di Bologna dedica il 7 luglio 2025 a un evento speciale per i più piccoli, offrendo una serata all’insegna della magia delle stelle e dei desideri. Pensato per bambini tra i 3 e i 7 anni, l’appuntamento propone letture di storie giapponesi legate alla tradizione del Tanabata, filastrocche e narrazioni che introdurranno i piccoli partecipanti al fascino della cultura nipponica.

La parte pratica dell’incontro prevede un laboratorio creativo in cui i bambini potranno realizzare i propri tanzaku, scrivendo o disegnando i loro desideri su colorate strisce di carta, da appendere poi ai rami di bambù allestiti per l’occasione. L’atmosfera, studiata per essere accogliente e rilassante, aiuta a stimolare la fantasia e l’immaginazione, avvicinando i più piccoli a una festa che parla di sogni e speranze. L’evento è un’opportunità preziosa per le famiglie che desiderano far scoprire ai propri figli tradizioni culturali lontane ma universali nel loro significato.

Tanabata Zen - San Giorgio di Nogaro (UD)

Nel suggestivo contesto del “My August Japanese Garden” a San Giorgio di Nogaro, vicino a Udine, si svolge il 6 luglio 2025 il “Tanabata - Festival delle Stelle”. Questo evento propone un approccio più meditativo e introspettivo alla festa giapponese, invitando i partecipanti a un’immersione totale nella pace e nella bellezza del giardino zen.

Il pubblico è accolto in un ambiente che fonde elementi naturali come l’acqua, le pietre e le piante, tradizionalmente usati per evocare armonia e serenità secondo la tradizione buddhista e shintō. Sarà possibile partecipare a momenti di rilassamento guidato e meditazione, oltre a scrivere i propri desideri su tanzaku da appendere ai rami di bambù, secondo l’usanza. A completare l’esperienza, una degustazione di tè giapponese selezionato. Il festival rappresenta un’occasione per riscoprire se stessi e i propri intenti, immergendosi in una dimensione di quiete e spiritualità.

Tanabata culturale al MAO - Torino

Il Museo d’Arte Orientale (MAO) di Torino celebra il Tanabata il 5 e 6 luglio 2025 con una serie di iniziative che uniscono arte, cultura e partecipazione attiva. I visitatori potranno esplorare esposizioni dedicate alla tradizione giapponese, scoprendo le connessioni tra arte, storia e mito che fanno da sfondo alla festa delle stelle innamorate.

Sabato 5 luglio si tiene il laboratorio “Come un ciliegio in fiore”, con una visita alla collezione Asia Orientale seguita da un workshop di arte effimera con sale colorato. Domenica 6 luglio, in programma due visite guidate: una alla mostra “Haori”, che racconta il Giappone del primo Novecento attraverso i kimono maschili, e una alla collezione permanente dedicata al Giappone, con opere che spaziano dalle statue buddhiste alle xilografie ukiyo-e.

Torino Matsuri - Torino

Il weekend del 5 e 6 luglio torna per la decima edizione il Torino Matsuri, un evento a cura dell'Associazione Yoshin Ryu: due giornate ricche di workshops, eventi letterari, spettacoli e concerti con le colonne sonore dello Studio Ghibli, dimostrazioni di arti marziali tradizionali, street food giapponese e molto altro!

In occasione della festa Tanabata, il salice dell’Associazione sarà addobbato, come da tradizione, di tanzaku, strisce di carta colorata sui quali le persone potranno scrivere i loro desideri. Inoltre, verrà ricreato il clima festivo dei matsuri, festività tradizionali legate al culto dei kami che da secoli animano le estati giapponesi!

Tanabata: Il Festival delle Stelle - Ventimiglia di Sicilia 

Venerdì 18 luglio, l’Associazione Culturale Sicilia Giappone organizza, in collaborazione con l’Associazione Astronomica ORSA Palermo, l’evento Tanabata: Il Festival delle Stelle: un viaggio tra cultura giapponese e scienza, nella suggestiva cornice dell’Osservatorio Astronomico Giorgio Puglia.

A partire dalle 16:30, il programma dell’evento guiderà i partecipanti in un’immersione tra racconti tradizionali, laboratori di origami, scrittura dei desideri (tanzaku) e una serata osservativa con telescopi e divulgazione scientifica, per ammirare il cielo e scoprire la storia dell’astronomia orientale.

Sei modi diversi di vivere il Tanabata, tra poesia e contemplazione, natura e città. Che sia davanti a un giardino zen o sotto un cielo digitale, ciò che conta è il desiderio che nasce nel cuore e si affida al vento.
Per saperne di più, consulta gli approfondimenti cliccando sulle varie attività!

 

 

 


Cinema: Spirit World - La festa delle lanterne

Spirit World – La festa delle lanterne

Regia: Eric Khoo
Sceneggiatura: Edward Khoo
Cast: Catherine Deneuve (Claire Emery), Masaaki Sakai (Yuzo), Yutaka Takenouchi (Hayato), Jun Fubuki, Denden
Produzione: Francia, Giappone, Singapore (2024)
Durata: 105 minuti
Distribuzione: Europictures
Uscita in Italia: 26 giugno 2025 

Sinossi

Claire Emery (Catherine Deneuve), cantante francese un tempo celebre in Giappone, torna a Tokyo per un ultimo concerto, nonostante la sofferenza per la recente perdita della figlia e la voce ormai affievolita. Dopo il live, in un bar sui generis, incontra Yuzo (Masaaki Sakai), un suo anziano e devoto fan, appassionato di tradizioni nipponiche. Tra un bicchiere di sake e un altro, Yuzo le racconta dell’Obon, la festa delle lanterne in cui, secondo la tradizione buddhista, i morti possono tornare tra i vivi per pochi giorni estivi.

Da quel momento, il film si trasforma in un viaggio sospeso tra realtà e soprannaturale. Claire e Yuzo, ormai defunti, diventano guide l’uno per l’altro, attraversano paesaggi urbani e costieri, dipingendo un’odissea esistenziale dove i confini fra vita e morte, passato e presente, si confondono.

Tematiche e stile narrativo

Il regista Eric Khoo esplora il tema del lutto e della memoria con uno stile asciutto e meditativo, improntato a una poetica minimalista.

Catherine Deneuve è al centro di un racconto lento ma evocativo: la sua presenza funge da ponte tra musica e spiritualità, offrendo suggestioni che dialogano con la dimensione ultraterrena. La musica diventa metafora della connessione tra anime, di colori e fragilità, un filo di speranza contro l’oblio.

Contesto di produzione

Prodotto da Francia, Giappone e Singapore e presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024, il film rappresenta un ponte tra culture. Khoo - regista singaporiano con una filmografia ricca di contaminazioni - firma qui un’opera di respiro internazionale, capace di fondere sensibilità occidentali e suggestioni spirituali nipponiche.

Gli eventi si svolgono tra Tokyo metropolitana, coste silenziose e campagne sospese, in un’atmosfera che oscilla tra dolore, attesa e redenzione.

 

 


È arrivato il nuovo numero di Pagine Zen!

È uscito il nuovo numero di PAGINE ZEN, ricco come sempre di approfondimenti e curiosità!

Pagine Zen nasce nel 2001 ed è stato pubblicato fino ad oggi in modo continuativo, per 136 numeri.
Ogni nuovo numero viene spedito a vari Dojo e ad Associazioni di cultura asiatica, Università del territorio italiano e viene anche distribuito in vari matsuri e feste giapponesi.

Ecco quali saranno gli argomenti che PAGINE ZEN andrà ad approfondire nel numero 136:

La meditazione seduta
Aldo Tollini
Approfondimento

自他共栄 Jita Kyōei
Mutua prosperità, per sé stessi e per gli altri
Calligrafia di Bruno Riva - shodo.it

Quando la passione non dà respiro
Storie d’amore e morte del teatro giapponese
Ornella Civardi
Approfondimento

Ondeko Monogatari
Due settimane a Kasuga, isola di Sado

Chiara Codetta Raiteri
Approfondimento

Le mille storie di Mulan
La ragazza che salvò la Cina
Isabella Doniselli Eramo - www.icooitalia.it
Approfondimento

Seguendo le orme della scimmia
Un piccolo itinerario al Museo d’Arte Orientale di Venezia
Linda Rosin
Approfondimento

I primi europei giunti in Corea, il Regno Eremita
Jan Jansz Weltevree e Hendrick Hamel
Jinelle Vitaliano
Approfondimento

Il Museo di arte bonsai di Ōmiya
Storia, capolavori, attività
Alessandra Bonecchi - www.oltrelospazio.com
Approfondimento

Per accedere a tutti gli approfondimenti e alla rivista online il link è: Pagine zen 136

 


Conosci i nostri soci: Chiara Lorenzetti e il restauro kintsugi

Chiara Lorenzetti e il restauro kintsugi
Un’intervista in vista della prossima diretta Instagram di Giappone in Italia 

Chiara Lorenzetti fotografata da Stefania Maniscalco

Nella cornice di una nuova rubrica dedicata a conoscere meglio i soci convenzionati dell'Associazione Giappone in Italia, incontriamo Chiara Lorenzetti, restauratrice da oltre trent'anni e riconosciuta dal 2007 Eccellenza Artigiana dalla Regione Piemonte. Nel suo laboratorio Chiaraarte, fondato a Biella nel 1991, si occupa di restauro conservativo ed estetico di ceramiche e oggetti lignei policromi e dorati, con una particolare attenzione al restauro tradizionale giapponese kintsugi.

Cos'è il kintsugi? Nelle parole di Chiara:

Kintsugi 金継ぎ - kin 金: oro, tsugi 継ぎ: riparare - è una tecnica artistica ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi per riparare tazze tenmoku in ceramica per la cerimonia del tè, Cha no yu. Le linee di rottura, unite con lacca urushi, sono lasciate visibili, evidenziate con polvere d’oro. Gli oggetti in ceramica riparati con l’arte Kintsugi diventano vere opere d'arte: l'impreziosire con la polvere d'oro ne accentua la loro bellezza, rendendo la fragilità un punto di forza e perfezione.

L’arte Kintsugi vede la sua origine in Giappone nel periodo Muromachi, sotto lo shogunato di Ashikaga Yoshimasa (1435-1490). Yoshimasa ruppe una delle sue chawan per la cerimonia del tè, e i maestri ceramisti giapponesi cercarono di mettervi riparo usando l'estetica del wabi sabi e i materiali a loro disposizione: lacca urushi per incollare e oro per coprire le rotture. Il risultato ottenuto fu apprezzato da Yoshimasa; la sua tazza non solo era stata riparata ma aveva preso una vita nuova, carica delle sue imperfezioni e proprio per questo ricca di bellezza: era diventata unica.

La tecnica è complessa: abbisogna di elevata manualità e precisione, nonché di calma e pazienza. I materiali usati sono lacca urushi, estratta dalla pianta Rhus Verniciflua, farina, argilla e polvere d'oro puro. Il processo di polimerizzazione della lacca avviene nel muro, un ambiente caldo (20°) con umidità relativa intorno al 70 - 90%.

L'arte kintsugi non è solo un concetto artistico ma ha profonde radici nella filosofia Zen; partendo dal wabi sabi, tre sono i concetti in essa racchiusi: mushin, mujō e mono no aware. Mushin, "senza mente", è un concetto che esprime la capacità di lasciar correre, dimenticando le preoccupazioni e liberando la mente dalla ricerca della perfezione. Mujō si traduce con "impermanenza"; l'esistenza, senza eccezioni, è transitoria, evanescente, incostante e tutte le cose sono destinate alla fine. Accettare tale condizione è avere un approccio sereno e consapevole della vita. Mono no aware, "empatia verso gli oggetti", è una malinconia triste e profonda per le cose; apprezzandone la loro decadenza si arriva ad ammirarne la bellezza.

In previsione di una diretta Instagram sul canale ufficiale dell’Associazione, in data giovedì 3 luglio alle ore 12:00, dedicata ad approfondire le diverse tecniche del kintsugi - non solo oro, ma anche argento, lacche urushi, yobitsugi, raden e maki - Chiara si racconta ai nostri lettori in questa intervista, condividendo il suo percorso professionale e umano e offrendo uno sguardo lucido e appassionato su un'arte che in Italia è ancora poco conosciuta o compresa.

Al telefono, Chiara è estremamente gentile e disponibile, e dalla sua voce traspare non solo una grande passione per la propria attività e per la cultura a tutto tondo, ma anche il desiderio di fare chiarezza sul significato autentico del kintsugi, una tecnica di restauro artigianale, creativa e complessa. Proprio di questo ci parlerà più nel dettaglio in occasione della diretta, durante la quale ci sarà spazio anche per una sessione Q&A: invitiamo quindi lettrici e lettori a preparare eventuali domande, riflessioni e curiosità da rivolgere a Chiara durante l’incontro.

Chi è Chiaraarte e di cosa si occupa oggi?

Chiaraarte è il mio laboratorio d'arte e restauro, nato nel 1991 a Biella con l'intento di essere un punto di riferimento per il restauro di bambole antiche.
Ora, a distanza di più di trent'anni, mi occupo di restauro ceramiche, sia con restauri estetici, conservativi che kintsugi; eseguo restauro di oggetti in legno policromi e dorati, con dorature a guazzo.
Mi occupo di restauro kintsugi dal 2015: dai miei studi è nato il libro "Kintsugi, l'arte di riparare con l'oro" che, oltre ad essere un manuale tecnico, esplora la cultura e la storia giapponese del periodo Higashiyama bunka.
Nel corso dell'anno conduco corsi di kintsugi tradizionale e contemporaneo, team building aziendali, conferenze; ultimamente ho creato nuovi corsi di restauro ceramiche.
È questo un modo nuovo di intendere il restauro che mi appaga e mi spinge ad approfondire le mie conoscenze.

Nel suo sito racconta di essere cresciuta circondata dall’arte, all'interno del negozio d’antiquariato del padre, e di aver poi frequentato l’Istituto per l’Arte e il Restauro “Palazzo Spinelli” a Firenze. Come è nata, da questo percorso, la sua passione per la cultura Higashiyama ed in particolare per il kintsugi?

L'inizio è stato abbastanza casuale: nel 2015 un'amica pubblicò sulla mia pagina Facebook l'immagine di una tazza restaurata con l'oro. Approfondii, nonostante la difficoltà nel reperire informazioni all'epoca, e decisi - vista la mia natura di restauratrice - di approcciarmi alla tradizione, con materiali e strumenti giapponesi. Curiosamente, però, attratta principalmente dalla bellezza della tecnica, tralasciai la cultura e l'arte giapponese, concentrandomi più sui passaggi (all'epoca davvero difficili e sperimentali) che sul contesto culturale.
Solo nel 2018, dopo essere stata ospite in Giappone di TvTokyo, aver conosciuto e lavorato con il mio maestro Hiroki Kiyokawa e aver potuto raccogliere personalmente la lacca urushi a Daigo, nella prefettura di Ibaraki, mi sono sentita parte di un tutto più grande e armonioso, che non era più solo tecnica, ma Arte.
L'incontro con il Giappone è stata la svolta nel mio modo di lavorare al restauro, con un approccio più poetico, profondo, quasi meditativo: la ceramica non è un numero ma ogni volta una storia a sé, personale, intima e creativa.

In che modo l’arte del kintsugi si declina oggi nel contesto italiano, e in particolare nella sua produzione artistica?

Se parliamo strettamente di restauro, l'arte kintsugi è vista con diffidenza: in Italia noi professionisti del settore seguiamo le linee guida della Teoria del Restauro di Brandi, che presuppone che il restauro non danneggi in alcun modo l'opera, sia reversibile e poco invasivo sulla leggibilità dell'opera stessa, tutte caratteristiche che non si trovano nel restauro kintsugi. In Italia il kintsugi è visto più come la realizzazione di una nuova opera d'arte che per quello che realmente è: una tecnica, creativa, di restauro. Ecco, la parola creativa e la parola restauro in Italia non vanno assolutamente d'accordo!
Come detto prima, oltre al restauro mi occupo quindi anche di formazione e divulgazione nella speranza che i due mondi possano incontrarsi nel rispetto reciproco.
Il mio approccio all'arte kintsugi è un approccio legato, ove possibile, alla tradizione, con l'utilizzo di materiali e strumenti tradizionali giapponesi. Non nego di aver fatto fatica anch'io, all'inizio, ad accettare questa visione creativa, ma ultimamente mi sto aprendo a tecniche sempre tradizionali, che però offrono una visione più ampia rispetto al solo utilizzo dell'oro: argento, lacche urushi colorate, yobitsugi, raden, maki.
Insomma, anche le restauratrici hanno un'anima estrosa!

"Mancanze", manufatto realizzato da Chiara Lorenzetti

In occasione delle Olimpiadi di Tokyo 2020 ha collaborato con atleti come Gabriele Detti, Bebe Vio e Vanessa Ferrari. Ritiene che questa esperienza possa rappresentare un esempio di come un’arte apparentemente “alta” e radicata nella cultura giapponese riesca invece a veicolare messaggi universali e contemporanei?

Certamente. In questi anni ho collaborato con psicologi, psichiatri, counselor, coach; ho partecipato a team building aziendali, a eventi presso ospedali nei reparti oncologici, presso strutture di accoglienza per disabili, per donne vittime di abusi, giovani con disturbi della personalità; sono stata ospite di programmi televisivi su Report, Rai2, RSI1 Svizzera.
L'oro nelle crepe non è solo oro che impreziosisce una ceramica e la rende adatta a usi alimentari ma assume un altissimo valore simbolico di valorizzazione della fragilità, della capacità di superare le difficoltà, del condividere e mostrare la fatica, il dolore e la rinascita. Io, mentre restauro, sento spesso questa forza così potente e cerco, nei miei gesti lenti, di interpretarne la cura.

Se potesse sfatare un luogo comune particolarmente diffuso sul kintsugi, così come viene percepito in Italia, quale sceglierebbe e perché?

In Italia, come nel resto del mondo (e sì, anche in Giappone!) si è diffusa, a fronte della difficoltà nell'apprendere l'arte kintsugi tradizionale, dei suoi tempi lunghi e del costo dei materiali, una versione moderna, contemporanea, immediata, semplificata, e con utilizzo di materiali non naturali. Questa versione non è univoca, ma molteplice per materiali e modalità di esecuzione.
È da intendersi kintsugi o no? La mia opinione è che lo sia, che sia un'evoluzione, e che sia così per ogni forma d'arte: senza innovazione saremmo fermi ai tempi della pietra.
E quindi a cosa dobbiamo fare attenzione? A capire se è stata usata la tecnica tradizionale o no. Spetta a chi pratica quest'arte essere onesto nella descrizione dei materiali usati e dei passaggi effettuati.
Ma soprattutto dobbiamo essere attenti a cogliere la bellezza della perfezione dell'oro, la semplicità delle linee, la preziosità delle mani sapienti degli artigiani.
Perché kintsugi insegna il rispetto e la forza, potente e sommessa, del silenzio. E non è, ahimè, una linea d'oro buttata in malo modo su una ceramica solo per marketing.

Ringraziamo ancora Chiara Lorenzetti per aver condiviso con noi il suo percorso.
Vi aspettiamo numerosi giovedì 3 luglio alla diretta Instagram e vi invitiamo a scoprire di più sul suo lavoro attraverso i suoi contatti ufficiali:

CHIARAARTE DI CHIARA LORENZETTI
RESTAURI D’ARTE DAL 1991

Indirizzo: Via Novellino 16, 13900 Biella
E-mail: info@chiaraarte.it
Sito web: www.chiaraarte.it ┃ kintsugi.chiaraarte.it


"La luna vista dai maestri della stampa giapponese" in libreria

È disponibile da qualche giorno in libreria il cofanetto "La luna vista dai maestri della stampa giapponese", un volume che offre una selezione di opere dei grandi maestri di arte Ukiyo-e con la luna come figura di rilievo.

All'interno della cultura nipponica, la luna ha sempre avuto un ruolo centrale nell'immaginario collettivo, venendo celebrata da feste e rituali a lei dedicati, e rappresentando un’importante fonte di ispirazione per artisti e poeti. La sua presenza nel cielo notturno scandisce il passaggio dei mesi, e trasforma al tempo stesso l'aspetto dei paesaggi che illumina con luce candida. Tale rilevanza culturale e visiva si riflette potentemente in molti lavori letterari e artistici realizzati in Giappone nel corso dei secoli.

La raccolta include un gran numero di artisti, tra cui Utagawa Hiroshige, Katsushika Hokusai e Utagawa Kunisada. 

Il nuovo progetto editoriale de L’Ippocampo si compone di oltre cento pagine rilegate in un libretto "a fisarmonica", ideale per presentare in modo elegante e accessibile tutte le immagini del volume. L’opera è poi introdotta da un’accurata prefazione, che delinea un profilo della storia della luna nella cultura giapponese, dal X secolo alla prima metà del Novecento.

Le riproduzioni raccolte nel cofanetto offrono così una testimonianza preziosa in merito all'abilità unica dei grandi maestri dell’arte della stampa ukiyo-e: la loro capacità di raffigurare un simbolo poliedrico come la luna all’interno di composizioni visive sempre equilibrate e suggestive.

 


Cinema: “L'innocenza” di Kore-eda disponibile in streaming su NOW

Il film "L'innocenza" del regista giapponese Kore-eda Hirokazu, premiato con la Queer Palm e il premio per la migliore sceneggiatura durante la 76esima edizione del Festival di Cannes è ora disponibile in streaming su NOW per coloro che hanno perso la prima TV su Sky Cinema Due.

Il film racconta la storia di Minato, un bambino di undici anni che comincia a comportarsi in un modo bizzarro agli occhi della madre, una donna vedova costretta a confrontarsi con la dura realtà. Saoir è da sola nella crescita di suo figlio e, dopo aver scoperto che dietro il comportamento bizzarro del bambino si nasconde in realtà il suo insegnante e l’amico Yori, la donna piomba a scuola e pretende di capire dai diretti interessati cosa sta succedendo e perché suo figlio è così strano. La storia si racconta attraverso i punti di vista della madre, del bambino e dell’insegnante e man mano che i dettagli vengono a galla, anche la verità emerge in tutta la sua forza. Come spesso accade nei film del regista, la verità si rivelerà essere ben diversa da quella che Saori credeva.


Letteratura: “Made in Japan. Arte, storie e segreti di una civiltà millenaria”

La recente pubblicazione di Francesco Morena per Giunti Editore “Made in Japan. Arte, storie e segreti di una civiltà millenaria” porta i lettori in un affascinante viaggio nel tempo, nel cuore della cultura giapponese.

L'autore, studioso esperto di arte orientale, guida il lettore attraverso venti capitoli riccamente illustrati, offrendo una prospettiva accessibile sia agli studiosi che ai neofiti desiderosi di esplorare il complesso e affascinante universo giapponese.

L'opera si configura come una preziosa antologia di “pillole” che svelano le vicende, i protagonisti e le eredità che hanno plasmato l’identità culturale del paese, intrecciando la sua storia e l'arte.

“Made in Japan” si rivela così un invito coinvolgente a scoprire la profonda connessione tra passato e presente che anima la millenaria civiltà del Sol Levante.

Informazioni:

Francesco Morena
Giunti Editore, Firenze 2025
pp. 240, € 29

 


FEFF 27: La celebrity giapponese Megumi tra i giudici

Attrice, pop idol, produttrice e imprenditrice di successo, Megumi vanta ben più di settecento mila fan e recentemente ha legato il proprio nome ai fasti della Japan Night dell'ultimo festival di Cannes, evento che verrà portato anche al Far East Film Festival.
«Sono davvero onorata ed entusiasta di far parte della giuria del FEFF - commenta la stessa Megumi - e sono altrettanto entusiasta di portare a Udine, per la prima volta, la mia Japan Night. Cercherò di far conoscere i film e la cultura giapponese a persone di tutto il mondo e, allo stesso tempo, festeggerò la firma di un accordo di coproduzione cinematografica tra Italia e Giappone».

Quando due culture lontane si uniscono attraverso il vetro, progetto “DieXe” a Venezia

Sviluppato dall’architetto giapponese Kengo Kuma in collaborazione con Salviati&Co, il progetto “DieXe” propone un intreccio tra la tradizione vetraia veneziana e l’innovativa estetica giapponese.

Un’opera d’arte in vetro creata dall’architetto segna infatti un nuovo capitolo nel dialogo culturale tra Venezia e il Giappone, unendo le rispettive competenze artigianali in un’iniziativa che celebra sia il passato che il futuro dell’artigianato artistico. Infatti, le due culture, lontane fisicamente, sono in realtà molto vicine nei loro pensieri: entrambe, infatti, valorizzano profondamente la tradizione, pur senza rinunciare all’innovazione. Questo connubio di valori si manifesta attraverso la cura del dettaglio e l’attenzione all'ambiente circostante, elementi che caratterizzano il lavoro sia degli artigiani veneziani che degli artisti giapponesi.

Al centro di “DieXe” vi è l’impiego delle iconiche Briccole veneziane, elementi infrastrutturali capostipiti della laguna, le cui caratteristiche uniche hanno ispirato la creazione di stampi innovativi per il vetro. Questi stampi, a loro volta, hanno arricchito il vetro di Murano di texture raffinate, integrando l’esperienza artigianale con nuove idee e prospettive.