Oiran, bellezza e sensualità

oiran-17Il termine oiran può essere tradotto con l’espressione “il fiore che primeggia”. Durante il periodo Edo (1600-1868), infatti, le oiran erano cortigiane di altissimo rango e vivevano segregate nei quartieri del piacere (aboliti nel 1958), anche se in posizione di assoluto privilegio rispetto alle normali prostitute. Esse eccellevano nelle arti di intrattenimento come la danza, la musica, la calligrafia, la conversazione brillante ma, a differenza delle geisha, le oiran erano cortigiane nel senso pieno del termine, donne di grande fascino e sensualità la cui compagnia andava prenotata con molto anticipo attraverso un percorso ritualizzato di richiesta formale alla casa da tè che le ospitava, e di presentazione reiterata di doni via via più preziosi alla stessa oiran e al suo entourage.

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La vestizione del kimono: tradizione e bellezza

091012_gi_fronte-cartolina-15x10_31Giovedì 14 gennaio 2010 ore 18.30

 

La Vestizione del Kimono: tradizione e bellezza

A cura della sig.ra Tomoko Mizu con il commento della dott.ssa Rossella Marangoni

In collaborazione con Associazione Giappone in Italia

Sponsor: Moro Real Estate e RasenBudo Zen

Palazzo Reale, Sala delle Otto Colonne (accesso dalla mostra)

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

I posti verranno assegnati in biglietteria a partire dalle ore 18.

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La potenza dei taiko

taikoAvevo già avuto il piacere di ascoltare un concerto di taiko, per questo, alla notizia che anche a Mantova ci sarebbe stata un'esibizione dei tradizionali tamburi giapponesi, mi sono affrettata ad assicurarmi un posto tra le prime file. Ad esibirsi c'era il gruppo Masa Daiko, proveniente dalla Germania e capitanato da Masakazu Nishimune che l'ha fondato nel 1996, e l'organizzazione dell'evento è ad opera di “Vento tra i salici” e dell'associazione “Gohan”.

Le luci si abbassano, i percussionisti salgono sul palco nella penombra della sala; poi d'improvviso una bacchetta colpisce uno dei taiko disposti con precisione e comincia una musica lenta, cadenzata, profonda, le vibrazioni sembrano penetrare nell'anima di chi ascolta; poi il ritmo aumenta, i suonatori battono i loro tamburi in una incantevole coreografia di gesti e movimenti, di tanto in tanto urlando brevi incitamenti. I colpi vibranti diffondono una musica ancestrale che risveglia qualcosa in fondo allo stomaco, un richiamo potentissimo che rapisce chiunque sia seduto nella platea; esecuzione dopo esecuzione, la magia dei taiko comunica tutta la sua sensualità, il suo virtuosismo, la sua potenza. Ma ci sono anche momenti delicati e poetici, come quando Nishimune canta con una voce bellissima e triste, una canzone sui ciliegi in fiore; e allora mi prende una tale nostalgia del Giappone che una lacrima scende inaspettata.

Per tutto il concerto, gli otto artisti sembrano animati da un vigore e da una passione senza pari, tanto che la loro fatica viene tradita unicamente dal sudore che imperla i loro volti. “Il taiko giapponese riempie di nostalgia e fa vibrare di emozione” leggo sul libretto che ho comprato in occasione del concerto. E sono d'accordo, perché ancora quando mi allontano dall'auditorium nell'aria fresca della sera, piccoli brividi percorrono la mia anima.

 

Elena Caloisi


Viaggiare nel mondo

Uno degli ultimi eventi relativi al Giappone, risalente al 10 Febbraio 2009 e patrocinato dal comune di Padova, riguarda una conferenza organizzata dal gruppo Viaggi Avventure nel Mondo, un’associazione che dal 1970 si occupa dell’organizzazione di viaggi “Fai da te” senza l’intermediazione del canale del turismo organizzato; obiettivo principale del gruppo è quello di promuovere l’esperienza del viaggio quale innanzitutto esperienza di arricchimento interiore e di conoscenza, quale avventura sorretta però da un continuo aggiornamento e soprattutto dalla trasmissione e divulgazione delle esperienze vissute tramite convegni e conferenze.  Questi incontri sono arricchiti da proiezioni e filmati che con le sole immagini riescano a trasmettere il senso e il significato di ogni singola esperienza e del luogo in cui è stata vissuta. Il Giappone risulta appunto essere una delle ultime tappe dell’associazione che, in occasione di questa conferenza,  con fotografie e slide ha proposto due filmati estremamente coinvolgenti, accordando ad una musica evocatrice di atmosfere orientali immagini dal forte impatto emotivo; uno dei due filmati, dedicando l’ultima parte della presentazione al dramma di Hiroshima, conclude il tutto con un universale messaggio di pace, la cui interpretazione viene affidata alla foto di una ragazza dal dolce sorriso che porta all’orecchio un appariscente orecchino col simbolo della pace.

Piccoli ritagli di Giappone che cercano di creare nel nostro immaginario un puzzle completo, e il più possibile fedele, di un popolo e di una cultura ai nostri occhi tanto affascinanti quanto misteriosi.

 

Eleonora Bertin