Il gagaku e i suoi diversi generi: Kuniburi no Utamai

Come già detto il gagaku è un repertorio di musiche eterogenee più che una musica a sé stante nonostante possieda indubbiamente un carattere nettamente definito. Uno degli aspetti più importanti è la sopravvivenza al suo interno di musiche di diverso tipo appartenenti alla tradizione shintoista, raccolte comunemente sotto il nome di Kuniburi no Utamai. In particolare esse sono i Kagura uta, Azuma asobi, Yamato uta, Kume uta, Ruika e Ōuta, ognuna di queste strutturata secondo regole e con strumenti propri che si collegano spesso solo superficialmente con quanto sino ad ora descritto. I Kagura Uta, forse i più noti, sono una forma musicale preesistente all'importazione delle musiche dal continente e facente parte sia dei riti agresti dei villaggi (nella forma del Sato Kagura) sia delle cerimonie legate alla casa imperiale, il Mikagura no Gi. Quest'ultimo, accolto nel repertorio in epoca Heian, consta di un complesso rituale di durata variabile tra le 6-7 ore con una quindicina di brani e si esegue solo poche volte l'anno.Leggere di più


Il tempo nel gagaku

taiheirakuNel precedente intervento è stato mostrato come il ritmo interviene all’interno delle danze e delle musiche strumentali del repertorio gagaku. Altrettanto interessante, anche se concettualmente meno complesso, è il tempo, o meglio, la struttura interna dei singoli brani con cui vengono poi catalogati. Essi si dividono in quattro “generi” ben distinti, taikyoku, jundaikyoku, chūkyoku e shōkyoku. Con il termine taikyoku siamo molto vicini a quello che in occidente potremmo definire come suite, cioè un brano composto da più parti musicali, regolati secondo il principio ritmico del jo-ha-kyū, ancora lontano dal raggiungere la perfezione estetica delle successive espressioni artistiche e teatrali, con cui si struttura anche l’ordine di esecuzione dei singoli brani. Non sono molti oggi i titoli completi strutturati secondo questo schema poiché nel tempo le varie parti hanno assunto sempre più indipendenza sino a diventare veri e propri brani separati da essi ed in molti casi non è più possibile nemmeno ricostruire la loro struttura originale, sia per la mancanza di fonti sia perché una delle tre parti è andata ormai perduta. Leggere di più


Musica giapponese

sorikoUn altro punto di particolare delicatezza e complessità, sia linguistica che concettuale è il ritmo del gagaku, ma anche questo potrebbe definirsi un facile mistero. Il ritmo, chiamato chōshi, è diviso in cinque tipi, regolari, chiamati haya hyōshi e nobe hyōshi, e irregolari, distinguibili dalla scansione ritmica delle percussioni e tutti riferiti alla musica del lato sinistro (il ritmo regolare del lato destro è un traslato di questi). I termini haya e nobe altro non sono che una traduzione quasi letterale di veloce e prolungato, il primo potrebbe essere letto come una scansione di solfeggio di uno-due-tre, ecc..., mentre il secondo come uno-e, due-e, tre-e, ecc... Se pensiamo in termini occidentali, i metri regolati possono essere segnati all'interno di uno schema fisso di quattro battute, haya yo hyōshi, od otto battute haya ya hyōshi (yo è quattro e ya è otto). In aggiunta a questo e per evitare schematismi si aggiunte un terzo ritmo regolare di sei battute, chiamato haya mu hyōshi (mu è sei). Leggere di più


Dalla Cina al Giappone: le scale musicali nel gagaku

amaLa questione delle scale musicali giapponesi antiche è una questione assai spinosa, per prima cosa è bene specificare che tali scale, unitamente all'intera teoria musicali, si svilupparono interamente in Cina e poi adottate in Giappone con quel sistema selettivo che contraddistingueva ogni parte dell'assimilazione culturale continentale. Il problema centrale è che durante ogni dinastia cinese si  cambiava la nota di riferimento, cioè quella nota che permette la distribuzione di tutte le altre all'interno della scala. Essendo questa musica importata nel periodo T'ang si usa oggi la nota vigente durante la dinastia, ma essendo le musiche stesse composte in un vasto lasso temporale non possiamo dire in maniera univoca come potessero suonare originariamente. Leggere di più


Gagaku, tra organizzazione e istituzione

32_lakesalonAffrontare la storia del Gagaku, come già scritto, è affrontare la storia musicale dell'Asia. Prima di addentrarci all'interno delle varie problematiche e classificazioni è bene chiarire come i giapponesi di allora approcciarono e in un primo momento risolsero l'importazione continua di musiche dall'estero. Poco prima dell'epoca Heian si rese necessario un codice che regolamentasse non solo l'apparato amministrativo statale ma anche la musica stessa. A questo scopo, su modello T'ang, venne stilato un codice penale e civile, chiamato Ritsu-ryō, in cui si prevedeva la costituzione di una vera e propria agenzia governativa preposta all'amministrazione musicale, ovviamente sempre in seno alla nobiltà di corte, chiamata Gagakuryō o utamai no tsukasa di competenza del Ministero per gli affari aristocratici ovvero il Jibushō. Leggere di più


Gagaku e Heian Jidai

L'origine del repertorio Gagaku, come già scritto, affonda nella storia antica cinese e giapponese, all'epoca dei primi contatti con la Cina, oltre che nel mito e nelle leggende che attraversano tutta l'Asia. Per comprendere appieno tale musica bisogna però guardare al periodo che ne vide il suo massimo sviluppo ed il suo lento declino, il periodo Heian. Heian-Kyō era l'antico nome dell’odierna Kyōto e storicamente copre un arco temporale estremamente vasto rispetto alle precedenti epoche, compreso tra il 794, anno di trasferimento nella nuova capitale voluto dall'imperatore Kanmu dalla città di Heijō-kyō, l'odierna Nara, ed il 1185, anno di inizio del periodo Kamakura. A sua volta è possibile suddividerlo in tre sottoperiodi, quello Kōnin (794 - 866) in cui si proseguì la politica di centralizzazione dello stato, il periodo Fujiwara (866 - 1160) ed il periodo Taira (1160 – 1185), dal nome delle due grandi famiglie, la prima di casta nobiliare mentre la seconda di origine guerriera, il tutto dominato dalle due grandi sette buddiste importate nell'805-806, la Tendai e la Shingon. Leggere di più


Cos'è il Gagaku?

Iniziando a parlare del Gagaku bisogna prima di tutto chiarire perché si utilizza il termine repertorio invece che musica. Il repertorio Gagaku è in effetti una vastissima raccolta di musiche provenienti dalle zone più diverse dell'Asia, pre-codificatosi alla corte cinese della dinastia T'ang e dei regni coreani ed infine importato alla corte Giapponese, grazie a doni, ambasciate e altro ancora, sottoposto infine ad un'ulteriore modifica, ricomponimento e strutturazione secondo il gusto giapponese dell'epoca. Questo processo di importazione della musica e quindi della cultura e dell'arte continentale, in realtà iniziato molto prima durante il periodo Asuka (552–710), attraverserà l'intero periodo Nara (710-794) e arriverà al suo apice con l'epoca Heian (794-1185), quando il Gagaku non solo raggiungerà il suo massimo splendore ma entrerà nel giro di pochi anni in una profonda crisi a causa dei mutamenti sociali e politici che avrebbero plasmato definitivamente la società e, se posso osare, la mentalità giapponese.

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La musica dell'Impero: Il repertorio gagaku

Quest'anno, in occasione del Festival MiTo, è stato presentato un focus dedicato alle musiche del Giappone, al pubblico italiano sarà data quindi la possibilità di ascoltare in sala da concerto musiche come quelle per il teatro e Kabuki, ma una di queste rimane ai più sconosciuta non solo nel suono ma anche nel nome, il repertorio gagaku. Se infatti le prime due musiche citate sono state, in varia misura, già ascoltate in occidente grazie a media diversi ed eterogenei, in particolare il Kabuki, il repertorio gagaku è da sempre il meno nominato, sia perché è la musica più antica sopravvissutaci dell'arcipelago nipponico e sia perché la sua fruizione è sempre stata appannaggio di un élite nobiliare nell'antichità e pochissimi cultori oggi. In aggiunta la sua conoscenza al di fuori del Giappone, se non per la significativa eccezione della Cina che andremo a spiegare mano a mano, è estremamente limitata e si colloca in pochi brani raccolti in cd “folkloristici” e qualche tournée di troupes in Europa. Lo scopo di questa sezione del blog sarà quindi chiarirne la storia e le dinamiche, nonché svelarne, dove ce ne sia bisogno, le tematiche e la tecnica con cui il gagaku ci parla da un così remoto periodo, abbracciando sia le sue numerose danze che il repertorio strumentale, sia gli aspetti legati agli strumenti impiegati e la loro storia sia comprendendo la società in cui nacque e si sviluppò, imprescindibile per la corretta comprensione non solo di questa ma di tutte le musiche.

Edmondo Filippini

Dottore magistrale in Musicologia presso l'Università Statale di Milano.

E-mail: filippiniedmondo@yahoo.co.jp