Andare a un chaji

Questo fine settimana sono stato invitato a un chaji organizzato da uno dei nostri insegnanti, Drew Hanson.

“Chaji” significa letteralmente qualcosa tipo “evento del tè” ed è considerato il culmine della pratica del tè. È più formale di un chakai (“incontro per il tè”), che ha un format più flessibile. In un chaji, tutto è attentamente determinato. Inizia con un pranzo che ha un numero stabilito di portate. Quando è portata dentro la prima portata, ciascuna persona riceve un vassoio con due tazze e un piatto. In una tazza c’è il riso, nell’altra una zuppa e nel piatto c’è il sashimi. Una volta che tutti hanno ricevuto il proprio vassoio, simultaneamente tolgono i coperchi dalle tazze, li poggiano l’uno sull’altro e li mettono su un lato del vassoio. Da questo punto in poi, ogni passo ha una coreografia attenta: cosa c’è in ogni portata, quando entra nella stanza e come è servita. Anche gli ospiti devono fare attenzione alla tempistica perché devono mangiare determinate cose prima che sia servita la portata successiva.

Se siete il padrone di casa, il cibo è di gran lunga la parte più stressante. Il menù è pianificato mesi in anticipo e la cucina inizia giorni prima perché ogni elemento del pranzo richiede una preparazione speciale. E, dato che le portate sono servite calde, il padrone di casa ha bisogno di aiutanti in cucina per essere sicuro che tutto sia pronto nel momento esatto.Leggere di più


Pazienza, pazienza

L’altro giorno uno studente mi ha chiesto: “Tutti fanno degli errori e lei corregge ripetutamente tutti. Come fa a essere così paziente?” Che cos’è la pazienza? Voglio dire, io utilizzo del tempo e presto attenzione, è questa la pazienza?

Quante volte abbiamo detto a noi stessi: “Devo essere più paziente”. Moltissime cose richiedono pazienza ogni giorno. Con il nostro lavoro, le nostre attività, i nostri figli, gli amici, la famiglia e le faccende quotidiane come la lavanderia o gli acquisti dal droghiere, tutto compete per avere il nostro tempo e la nostra attenzione. Qualche giorno sembra che abbiamo appena il tempo di respirare. Tuttavia la pazienza richiede tempo e nelle nostre vite abbiamo poco di questo bene.

Nonostante tutte le nostre vite affaccendate, viviamo una vita comoda. I miei genitori avevano una sola auto e mio padre andava in macchina al lavoro. Mia madre prendeva l’autobus per andare al lavoro. I miei nonni non avevano la macchina. La necessità ci rende pazienti. Quando si ha poco, ci vuole più tempo a fare le cose e quindi si devono fare dei programmi conseguenti. L’aspettativa che le cose si verifichino in un certo schema temporale ci rende impazienti.Leggere di più


Basta mettere i fiori nel vaso

Il chabana è spesso difficile e mi intimidisce abbastanza perché in realtà non ci sono molte regole, linee guida e procedure. Bisogna farlo e guardare i risultati, ripetendo di volta in volta. Il modo in cui sono disposti i fiori dice molto del padrone di casa. Attraverso la scelta dei fiori, del vaso e della disposizione, vediamo nel suo cuore.

Spesso, abbiamo poche scelte di fiori in inverno ma ora c’è abbondanza di fiori tra cui scegliere. Ne servono solo alcuni. Talvolta si è fortunati e gli abbinamenti si producono da soli. Ad esempio, ho avuto molto piacere per la disposizione di questo mese per la dimostrazione del tè del Giardino Giapponese di Portland.

Sono uscita di mattina presto nel mio quartiere per cercare i fiori per il chakai. Un mio vicino ha un’azalea molto grossa e gli ho chiesto se potevo raccoglierne qualcuna. Dopo aver ottenuto il permesso, ho visto questo ramo a cascata e l’ho portato nella stanza del tè per disporlo.

Non so se potete vedere in questa foto ma i fiori hanno una sfumatura leggermente rosata verso i bordi dei petali. Il ramo a cascata era sottostante il livello dell’apertura e il gambo era piuttosto corto e il vaso di bambù era perfetto. L’ho messo con attenzione nel vaso per guardarlo. Non ho fatto nient’altro dopo di ciò.  Non l’ho agitato, non l’ho ridisposto, non l’ho spuntato. I fiori e le foglie erano ancora umidi per la pioggia mattutina e la disposizione, benché un po’ selvatica, aveva un aspetto piuttosto innocente.

In questo caso la lezione per me è iniziare a disporre il chabana ancora prima di aver tagliato i fiori. Cercare e cercare i fiori e immaginare in quale vaso dovrebbero stare. Prima scegliere i fiori e poi il vaso.

Tradotto da Mariella Minna dal blog di Sweet Persimmon


Cerimonia del tè

a cura di Tomoko Hoashi e Alberto Moro

La via del tè è una delle più famose arti tradizionali giapponesi, una dimostrazione per far avvicinare il pubblico milanese a questa pratica sarà tenuta durante il settimo incontro della rassegna "Frammenti di Giappone".
giovedì 28 aprile ore 18.00 e ore 19.00

"Frammenti di Giappone al Museo d’Arte e Scienza" nasce dalla collaborazione tra l’Associazione culturale Giappone in Italia e l’Associazione Amici del Museo d’Arte e Scienza di Milano.
Il progetto si articola in otto serate che hanno lo scopo di presentare alcuni aspetti propri della cultura classica giapponese proponendo degli incontri che siano lontani da una facile banalizzazione e che esaltino la ricchezza del patrimonio culturale nipponico.

Per il programma completo dell'iniziativa clicca qui.

E' richiesta la prenotazione.

Museo d'Arte e Scienza di Milano
via Quintino Sella 4, 20121 Milano
(angolo Piazza Castello - M1 Cairoli, M2 Lanza)

Per informazioni:
Telefono: +39 02 72 022 488
E-mail: info@museoartescienza.com
Sito: www.giapponeinitalia.org


Note stagionali: Aprile

Se c’è un mese dell’anno che è tutto sui fiori, quello è aprile. Fra lo svanire delle fioriture di pruno e pesca e la preparazione per guardare le fioriture di ciliegio, può essere un mese in cui non puoi mai avere troppi temi floreali in corso, soprattutto i ciliegi (sakura).

Ovviamente questo è un momento ideale per guardare sbocciare i fiori di ciliegio – forse con un chabako-temae all’aperto sotto gli alberi. La terza domenica di aprile, è tradizione tenere un tè in memoria in onore di Yoshino, una famosa geisha il cui tempio familiare è uno dei luoghi più famosi in Giappone per vedere le fioriture di ciliegio. C’è un tipo di tana chiamato “Yoshinodana” che è particolarmente adatto in questo periodo.

Oppure, se ne avete abbastanza di fiori di ciliegio dopo aver partecipato a un festival locale di troppo sulla fioritura, l’8 aprile si celebra la nascita del Buddha. È tradizione nei templi locali immergere una statua del Buddha nel tè e decorarla con i fiori ma per la stanza del tè non c’è carenza di kakemono Zen da utilizzare.

L’elemento chiave da ricordare è che questo è un momento di celebrazione. Il clima sta diventando più caldo, i fiori iniziano a sbocciare ed è tempo di guardare alla transizione alla stagione del furo all’inizio di maggio. È bene utilizzare colori chiari e ceramiche di Iga, Karatsu, Shigaraki e Mishima con motivi floreali. Potete utilizzare un kama con ampia flangia (sukigi-kama) per proteggere i vostri ospiti dal calore del ro.

Alcune altre immagini da usare includono la raccolta delle foglie di tè (che cade generalmente all’inizio di maggio), la semina, gli uccelli come l’allodola (hibari), la rondine (tsubame) e l’uguisu, e le farfalle. Tsubame – rondine – è un nome poetico popolare per gli utensili con grandi bocche.

Cha no mizu no

Chiri na otoshiso

Sato-tsubame

O cara rondine

Non fare niente nella nostra acqua

Quando prepariamo il tè all’aperto

Kikaku

Tratto dalla newsletter del sito Philly Tea

Traduzione di Mariella Minna


Il racconto di una vibrazione: il Gyokuro Temomi

Sono certa vi sia capitato, almeno una volta, di dare un bacio così intenso da avere la sensazione che il suo sapore rimanga nella bocca per sempre. L’incontro con questo tè è la sublimazione di questa emozione: accoglierlo sotto il palato significa scegliere di assorbirlo al punto da non poter più comprendere dove inizia e dove finisce, se finisce.

Il Gyokuro Temomi è un tè interamente affidato alle mani, stringe un rapporto di estrema vicinanza con la pelle. Mi piace pensare sia soprattutto per questa ragione che, come nessuno, è capace di trasferire energia, valore. Temomi (てもみん) significa impastare a mano (rollare, per la precisione); è il termine che indica l’antichissima arte giapponese attraverso cui il tè viene raccolto (shigokitsumi) e poi lavorato, impastato e pressato totalmente a mano. Attualmente in Giappone la pressatura manuale è quanto mai rara; anche per i tè di alto livello si è soliti affidare la lavorazione ad apposite macchine agricole. Il lavoro manuale però assicura che le foglie siano protette dai danni causati da queste macchine e permette di selezionare le foglie, eliminando le parti danneggiate.Leggere di più


Delle fioriture di pruno

Prima di ritirarsi come O-Iemoto (Gran Maestro) della XV generazione della Scuola del tè Urasenke, Hounsai Daisosho scrisse le seguenti parole sulla pratica del tè:

Il pruno piegato sotto il gelo invernale,

Con gli acquazzoni, improvvisamente apre i propri boccioli

La luna, attraverso la foschia, proietta la propria ombra;

Nel buio, le brezze trasportano il suo profumo

Qualche giorno prima, il tronco era sepolto nella neve;

Ora, i rami sostengono di nuovo i fiori,

Attraverso la difficoltà e l’amaro freddo –

Questa dignità, sulla prima linea della primavera.Leggere di più


Hotarubi no chakai

Uno dei più memorabili chakai a cui ho assistito quando vivevo a Kyoto è stato l’Hotarubi no chakai al santuario Shimogamo. La cerimonia del tè che si tiene a giugno fra il luccichio delle lucciole al santuario Shimogamo di Kyoto (conosciuto anche come Santuario Kamomiya). “Hotaru” significa “lucciola”; “bi” significa fuoco o scintillio. Una delle sue finalità è la preservazione del Tadasu no Mori, “La Foresta della Giustizia”, che circonda il Santuario Shimogamo. Circa 600 lucciole sono liberate al di sopra di un fiume chiamato Mitarashigawa mentre gli invitati alla cerimonia godono del loro tè. Lo Shimogamo è uno dei più antichi santuari del Giappone ed è sito esattamente a nord della confluenza fra i fiumi Kamo e Takase nella parte centrosettentrionale di Kyoto. La storia di questo santuario risale ai periodi preistorici. Il primo riferimento al santuario è la riparazione di una staccionata nel II secolo a.C., cosa che suggerisce che il santuario era esistito anche prima di quella data. Leggere di più


Do Gaku Jitsu

Quando andai per la prima volta a studiare il chanoyu a Kyoto c’erano tre grandi ideogrammi all’entrata delle classi del secondo piano dove seguivamo le nostre lezioni. Essi erano: Do – Gaku – Jitsu. Alla prima occasione, chiesi all’insegnante Mori che cosa significassero queste tre parole e perché fossero importanti.

Disse che studiare il Chado, non è qualcosa che si impara dai maestri. Le cose che cerchi sono già dentro di te e le devi scoprire da solo. I sensei sono lì a indicare la strada, ma il modo in cui progredisci nel tè dipende da te non dall’insegnante. Essi possono solo aprire le porte ed esporre gli studenti ai molti, molti aspetti del Chado. La via del tè è un processo di autorivelazione del sé, del mondo attorno a te e di come tu sei nel mondo.

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L'apertura del ro

A novembre si inaugura il braciere invernale. Il ro è un braciere interrato che è più grande del braciere estivo. Un buco ricavato nel pavimento ospita il braciere e il calore che proviene dal fuoco del carbone riscalda il tatami dal di sotto e rende gradevole la stanza.

L’evento che segna l’apertura del ro è chiamato robiraki. È uno dei principali eventi del tè dell’anno. Rikyu diceva che quando lo yuzu (cedro) diventa giallo è tempo di inaugurare il ro. Di solito ciò accade verso il primo di novembre. Per prepararsi a questo evento, si pulisce la stanza da capo a piedi. Viene sostituita la carta degli shoji e i tatami sono ridisposti in modo da poter accogliere il taglio per il braciere interrato.Leggere di più