Il periodo Nara viene da molti considerato come un’epoca di innovazioni culturali e amministrative di grande importanza per la storia del Giappone. Infatti, proprio questi eventi rendono Nara una delle epoche più uniche e significative, ricca di elementi affascinanti da scoprire e conoscere.

Nara, La capitale

Il periodo Nara ha inizio nel 710 d.c., a seguito della creazione della capitale imperiale di Heijō-kyō (l’attuale Nara) da parte dell’Imperatrice Genmei. Lo spostamento della capitale a Heian-kyō nel 794 d.c. da parte dell’imperatore Kanmu determina la fine del periodo Nara e l’inizio del periodo Heian.

buddha

photo credits: mirror.co.uk

Grazie alle nuove riforme del governo, l’antica Nara divenne la prima capitale stabile nella storia del Giappone. Infatti, nei secoli precedenti, la sede del governo e della corte imperiale veniva spostata a seguito della morte del sovrano. Il motivo sta nell’antica credenza secondo cui il luogo in cui avveniva la morte dell’Imperatore fosse inquinato, impuro, e non fosse più possibile viverci.

Con il passare degli anni, Nara divenne una città molto estesa, il primo vero centro urbano del Giappone. Si stima infatti che avesse una popolazione di 200,000 persone, per l’epoca un numero certamente significativo. La città fu costruita ad imitazione della capitale cinese di Chang’an, la moderna Xi’an. Inoltre, le riforme amministrative di questo periodo, i cosiddetti codici Ritsuryō, furono create a modello di quelle della dinastia Tang.

periodo Nara

photo credits: visitnara.jp

Tuttavia, questi non furono i soli elementi della cultura cinese ad essere ripresi dal governo giapponese. Infatti, tale periodo vede il Giappone prendere la Cina come esempio per questioni religiose e culturali.

Il buddhismo

I nobili della corte imperiale adottarono usi e costumi cinesi, e molti si convertirono al buddhismo. Tale religione aveva fatto la sua comparsa nel VI secolo d.c. ma è in questo periodo che divenne largamente accettata dagli aristocratici giapponesi.

Nara

photo credits: giapponeinpillole.com

L’importanza del buddhismo fu sancita proprio dalla conversione dell’imperatore Shōmu, che promosse attivamente i suoi insegnamenti. La sua opera di diffusione del credo buddhista si concretizzò nella costruzione di uno dei più grandi templi del Giappone, il Todaiji. Al suo interno, venne posta l’enorme statua di bronzo del Buddha chiamata Daibutsu, alta 16 metri. Inoltre, il buddhismo aumentò il potere della famiglia imperiale. Tuttavia, i membri delle classi meno agiate, come i contadini e gli abitanti dei villaggi, continuarono a professare lo shinto, il culto autoctono giapponese.

Le opere letterarie

Il periodo Nara fu un’epoca ricca di significativi eventi culturali. In questi anni gli uffici imperiali compilarono i cosiddetti “monumenti letterari” del Giappone. Le due prime storie nazionali, il Kojiki e il Nihonshoki, sono tra questi.

Compilate rispettivamente nel 712 e nel 720, queste opere forniscono un dettagliato resoconto di carattere mitico sull’origine dell’arcipelago, del popolo e dei regnanti giapponesi.

Nara

photo credits: donotlife.blog.jp

Esse sono di particolare importanza in quanto contengono preziose informazioni sulla cultura e, in particolare, sullo sviluppo della lingua scritta giapponese. Infatti, il Kojiki viene considerato come la più antica opera scritta della storia del paese del Sol Levante. Inoltre, queste due opere servivano a legittimare il potere imperiale. In pratica, la loro funzione era quella di compiere un resoconto e quindi di giustificare la supremazia del dominio imperiale in Giappone.

Tra gli altri lavori letterari composti in questi anni, è d’obbligo menzionare il Man’yōshū, un’antologia di poemi, e il Kaifusō, un’antologia scritta in cinese dagli imperatori stessi. Il primo è particolarmente importante in quanto è la più antica raccolta di poesie classiche giapponesi, chiamate waka. Essa si articola in 20 volumi e contiene ben 4500 componimenti.

Il Man’yōshū è importante anche per un altro motivo: utilizza uno dei primi sistemi di scrittura giapponese, chiamato man’yōgana. Quest’ultimo consiste nell’utilizzare i caratteri cinesi, I cosiddetti kanji, in due modi: nel loro senso logografico e per rappresentare foneticamente le sillabe giapponesi. Quest’ultima funzione è molto importante, in quanto rappresenta la genesi del sistema moderno di scrittura sillabica in kana, ovvero dello hiragana e del katakana.

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