AGLI ALBORI

1958: La casa di produzione Toei Doga, oggi operante nel settore come Toei Animation (madre di Dragon Ball, Slam Dunk, Sailor Moon e One Piece, tra gli altri) produce il primo lungometraggio animato e a colori del Giappone, che verrà proiettato solo al cinema: Hakuja den, ovvero La leggenda del serpente bianco, storia del travagliato amore tra uno studente e una principessa che in realtà è un demone, il Serpente Bianco per l’appunto. Lo stile è disneyano, con animazioni fluide, colori delicati e inserzioni musicali, ancora lontano dalle caratteristiche grafiche tipiche degli anime, ad esempio gli occhi grandi e le espressioni caricaturali; ciò nonostante Hakuja den apre le porte all’era dell’animazione giapponese anche sul piccolo schermo, poiché vince come miglior film per ragazzi alla Mostra del Cinema di Venezia e ottiene il primo premio al concorso Mainichi, raggiungendo così una buona popolarità. È interessante sapere che il lungometraggio precursore di tutti gli anime tratti di una leggenda cinese e sia stato creato dalla Toei proprio per tendere un ponte tra Cina e Giappone dopo i brutti trascorsi storici e politici tra i due Paesi.

 

Photo credits: festival-cannes.com

OSAMU TEZUKA, IL DIO DEI MANGA

1963: Il manga, cioè il fumetto giapponese, diventa la base principale da cui attingere materiale da animare. Figura chiave di questo importante passaggio è Osamu Tezuka, autore del celeberrimo Tetsuwan Atom (Astro Boy in occidente): mangaka di spicco che diede una spinta innovativa al fumetto giapponese e poi si affacciò al mondo dell’animazione fondando la casa di produzione Mushi Production; viene ricordato come “Dio dei manga” ed egli stesso definì le sue passioni per il fumetto e per l’animazione rispettivamente coma “una moglie e un’amante”. La sua opera, Atom dal Braccio di Ferro (traduzione di Tetsuwan Atom), narra delle avventure belle e brutte Di un piccolo automa dalla storia simile a Pinocchio, di nome Atom. Prima personaggio su carta, acquisisce fama anche all’estero quando diventa il protagonista di una trasposizione animata, serializzata in TV. Ecco che nasce il concetto di anime a puntate con continuità narrativa, episodio dopo episodio. Inoltre Tetsuwan Atom presentava le caratteristiche grafiche e stilistiche proprie degli anime come li conosciamo noi oggi, dettandone i canoni per gli anni a seguire.

Photo credt: https://anidb.net/anime/807

  

PAROLA D’ORDINE: INNOVAZIONE

È sempre lui, un passo avanti a tutti quando si tratta di innovazione: nel 1965, Osamu Tezuka con la sua Mushi Production, rilascia la prima serie TV animata a colori, tratta dall’omonimo manga di Osamu dal nome Jungle Taitei (Kimba il leone bianco). La scelta a colori, sicuramente più accattivante per lo spettatore ma più costosa in termini di produzione, costrinse le altre case d’animazione ad adattarsi velocemente al cambiamento per non essere tagliate fuori dal mercato e in alcuni casi, portò anche ai primi casi di spionaggio industriale. 

https://en.wikipedia.org/wiki/Kimba_the_White_Lion

 

L’anno dopo, nel 1966, ci fu un’altra novità: il primo anime per ragazze, fetta di pubblico completamente trascurata fino ad allora. Stavolta arriva prima la casa Toei, con la trasposizione animata del manga Mahōtsukai Sally (Sally la maga), che come dice il nome fu il precursore del genere Mahō Shōjo, anime pensati per un pubblico femminile caratterizzati dalla presenza di maghette. Si pensi per esempio a Ojamajo Doremi (Magica Doremì) o a Card Capture Sakura.              

 

 

Photo credit: https://www.animeclick.it/anime/2882/sally-la-maga

Infine, per citare un altro dei tanti sviluppi che hanno costellato il panorama dell’animazione giapponese nel suo decennio di nascita, si può parlare dell’ascesa dell’horror nel 1968 e di come il mondo dell’animazione abbia colto la palla al balzo per lavorare a nuovi progetti in linea con le nuove tendenze macabre. Un prodotto di questo fenomeno è l’anime GeGeGe no Kitarō (tradotto letteralmente come Kitaro dell’eh-eh-eh), la storia di uno yōkai dalle sembianze di un ragazzino, quindi una creatura spettrale del folklore giapponese, che con l’aiuto di suo padre fa da tramite tra il mondo degli umani e il mondo degli spettri, cercando di mantenere la pace.

Photo credit: https://www.animeclick.it/anime/23360/gegege-no-kitarou-2018

 

Testo di Martina Condello, martinacondello.cm@gmail.com

https://www.giapponeinitalia.org/wp-content/uploads/2023/05/2023-Evento_CampsiragoResidenza.pdf

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